sabato 19 novembre 2016

LA MISERICORDIA E' LA PERSONA STESSA DI GESU'.
OGNI ALTRA MISERICORDIA E' UN MISERICORDISMO FINE A SE STESSO.
Il vangelo di Luca, evidenzia che non è la religione del tempio quella che orienta l’agire di Gesù, ma è lo “Spirito del Signore” che dà a tutta la sua vita la direzione verso gli ultimi.
Questi quattro gruppi di persone, i «poveri», i «prigionieri», i «ciechi» e gli «oppressi» rappresentano e riassumono coloro che Gesù porta maggiormente dentro il suo cuore di profeta della compassione. In questa vita data per intero a infondere speranza ai poveri, a liberare da schiavitù, ad alleviare la sofferenza e ad offrire il perdono gratuito di Dio, possiamo vedere incarnata la misericordia del Padre.
La sofferenza, prima preoccupazione di Gesù:I vangeli non presentano Gesù che cammina per la Galilea in cerca di peccatori per convertirli dai loro peccati. Lo descrivono che si avvicina agli infermi per alleviare la loro sofferenza; accarezzando la pelle dei lebbrosi per liberarli dalla esclusione. Per dirlo in altro modo, nell’agire di Gesù è più determinante eliminare la sofferenza e umanizzare la vita che denunciare i peccati e chiamare a penitenza i peccatori. Non è che non lo preoccupi il peccato ma, per il Profeta della compassione, il peccato più grande contro il progetto umanizzante del regno di Dio consiste nell’introdurre nella vita sofferenza ingiusta o tollerarla con indifferenza, disinteressandoci delle persone che soffrono.Gesù comincia a parlare un linguaggio nuovo e provocatorio. .si faccia giustizia ai suoi figli più indifesi. Essi devono sapere che la misericordia di Dio non li abbandonerà mai. Per questo, Gesù incomincia a lanciare il suo grido profetico per tutta la Galilea. Si incontra con famiglie che non hanno potuto difendere le loro terre davanti agli abusi dei latifondisti e grida: «Beati voi che non avete niente[9] perché vostro è il regno di Dio». Osserva la denutrizione delle donne e dei bambini, e li assicura: «Beati voi che adesso avete fame perché sarete saziati». Vede piangere di impotenza i contadini quando gli esattori si portano via il meglio dei raccolti e li consola: «Beati voi che adesso piangete perché riderete».
L’accoglienza dei “peccatori” più disprezzati...
Ciò che più scandalizzava era l’abitudine di Gesù di sedersi a mangiare con loro alla stessa mensa. Non è qualcosa di secondario. È il tratto che caratterizza il suo modo di fare con i peccatori più disprezzati. è il gesto profetico più originale e rappresentativo del profeta della misericordia. In mezzo a un clima di condanna e di discriminazione generale, Gesù introduce un gesto profetico di accoglienza e inclusione.Il significato profondo di questi pasti consiste nel fatto che Gesù crea con loro una «comunità di mensa» davanti a Dio.
La tavola di Gesù è una tavola aperta a tutti. Dio non esclude nessuno, neppure i peccatori più disprezzati. Gesù sa molto bene che la sua tavola con peccatori non è la “tavola pura” dei farisei che escludevano gli impuri, né la “tavola santa” della comunità di Qumran, alla quale non si ammettevano i “figli delle tenebre”. È la “tavola accogliente” di Dio. Questa tavola, condivisa da tutti, rompe il cerchio diabolico della discriminazione e apre uno spazio nuovo dove tutti sono accolti e invitati a incontrarsi con il Padre della misericordia. Gesù pone tutti, giusti e peccatori, davanti al mistero insondabile di Dio. Non vi sono giusti con diritti e peccatori senza diritti. A tutti si offre gratuitamente la misericordia infinita di Dio. Sono esclusi coloro che non l’accolgono.
Questa misericordia insondabile del Padre può essere annunciata solo da una Chiesa accogliente, che elimina pregiudizi e rompe frontiere. In ogni atto di evangelizzazione non può mancare il messaggio del perdono gratuito e immeritato di Dio. Anche oggi tutti i collettivi che sono condannati, discriminati o ignorati in qualche misura dalla società o dalla Chiesa (prostitute, delinquenti, tossicodipendenti, gay, lesbiche, transessuali…) devono ascoltare il messaggio di Gesù: «Quando vi vedete condannati dalla Chiesa, sappiate che Dio vi guarda con amore. Quando nessuno vi perdona, sentite sopra di voi il perdono inesauribile di Dio. Quando vi sentite soli e umiliati, ascoltate il vostro cuore e sentirete che Dio è con voi. Anche se tutti vi abbandonano, Dio non vi abbandonerà mai. Non lo meritate. Non lo meritiamo nessuno. Ma Dio è così: misericordia e perdono senza limiti».

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