domenica 5 febbraio 2017

◆ UNA CHIESA VERSO LA FINE ?! ◆
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OGGI IL PROBLEMA PIÙ GRANDE DELLA CHIESA È UN POPOLO BIGOTTO DEVOZIONISTICO PIUTTOSTO IGNORANTE E UNA GERARCHIA ECCLESIASTICA SPREGIUDICATA CHE LO USA A SUO VANTAGGIO ...
DA QUESTO CERCHIO NON SI ESCE...
LA RIFORMA DEL CONCILIO VATICANO II È IN PARTE FALLITA PER QUESTI DUE MOTIVI CONGIUNTI ...
ABBIAMO AVUTO COSÌ PONTIFICATI POPULISTI E CHIESE OTTUSE CON UN LAICATO CLERICALE CHE NON CRESCE MAI ...
OGNI MINIMO CAMBIAMENTO È UN DRAMMA PER UNA CHIESA COSÌ ...
UNA TRAGEDIA ...
PERSINO QUANDO A CHIEDERE QUESTO RINNOVAMENTO È IL PAPA IN PERSONA...
SI PREFERISCE ALLORA DIPINGERLO COME ANTIPAPA O ANTICRISTO...
È PROPRIO PER QUESTO CHE LO SPIRITO SANTO NON PARLA PIÙ A QUESTA CHIESA... PERCHÉ SU OGNI COSA NON VIVE LA LIBERTA' DEL VANGELO MA NEL SOSPETTO E NELLO SPIRITO DI DIFFIDENZA E SFIDUCIA ...
SI PREFERISCE ADORARE GLI OTRI VECCHI INVECE CHE GUSTARE IL VINO NUOVO DELL'ANNUNCIO EVANGELICO...
LA FORMA DI UNA RELIGIONE VECCHIA E RASSICURANTE INVECE CHE LA PAROLA VIVIFICANTE DEL SIGNORE CHE CI FA NUOVI DENTRO ...
LA GERARCHIA FOMENTA IL PESSIMISMO DEL DEVOZIONISTA VEDENDO ERETICI DAPPERTUTTO QUANDO L'UNICA VERA ERESIA È LEI STESSA CHE NON SI CONVERTE ... CHE NON HA ALCUN AMORE PER GESÙ CRISTO.
SENZA AMORE PER IL CRISTO VIVO NIENTE SI PUÒ RINNOVARE E FARE VERO NEMMENO SE CI SI METTE IL PAPA...
SE NEMMENO UN PAPA CHE PREDICA IL VANGELO RIESCE A CAMBIARE LE COSE IN QUESTA CHIESA SIGNIFICA CHE LA LONTANANZA DAL SIGNORE GESÙ HA RAGGIUNTO IL SUO APICE ...
QUI STA OGGI LA POSSIBILE FINE DI UNA CHIESA...

Arcivescovo Giovanni Climaco
SALE DI COSA E LUCE PER CHI?
Essere suoi discepoli e non osare, non provare, non diventare pescatori di umanità, trasparenza di Dio, significa diventare persone che si nascondono nell'ombra, sale senza sapore, significa condannarsi a vivere una vita insipida.
Solo che, e non lo sapevo fino a qualche tempo fa, il sale non può mai perdere il suo sapore.
Lo conserva per sempre, anche in situazioni di umidità.
Come a dire: se non dai sapore alla tua vita, se la tua presenza di cristiano non rende sapida la vita degli altri, significa che non hai mai veramente incontrato Cristo.
Se non fai luce è perché non sei ancora stato acceso.
E l'unico che può accenderti è Cristo.
Il fuoco.
L'unico che da sapore alla nostra estenuante ricerca di felicità. il discepolo sempre e per sempre resta ferito, sempre e per sempre deve combattere contro le sue paure, le sue ombre. Ma, paradossalmente, siamo scelti proprio perché feriti.
Diventiamo dei guaritori feriti, peccatori perdonati, non brilliamo di luce propria, non scherziamo, non siamo diversi o migliori. Siamo stati accesi DALLA LUCE DI CRISTO.Non dobbiamo convincere, ma essere. Non dobbiamo vendere un prodotto, ma accogliere e vivere una novità di vita. Non dobbiamo far luce, ma restare accesi attingendo alla fiamma viva della Parola. Non portiamo noi stessi ma un Dio donato.Vivere nella giustizia, anzitutto. Senza compromessi, senza pigrizia, senza cedimenti. Coerenti senza diventare fanatici, misericordiosi, non intransigenti. Ed evitare di giudicare e di vivere schiavi del giudizio altrui. Purificare il linguaggio sempre più violento. Aprire il cuore alla compassione verso chi ha fame (di pane, di attenzione, di giustizia), saziare chi è afflitto nel cuore dedicandogli tempo e ascolto. Tutte cose che Cristo per primo ha vissuto. E che possiamo vivere nella Cafarnao in cui siamo, tirando fuori l'umanità dal nostro cuore e dalle persone che incontriamo.
È così povero di verità e di umanità questo nostro mondo! Così insipido e scuro! Così rassegnato e pieno di rabbia?
Persone scontente, sempre, di tutto, che alternano momenti di cupa rassegnazioni a scatti d'ira e di follia!
A tutti possiamo dare sapore, a tutti possiamo indicare una strada, un percorso.
Perché noi per primi lo abbiamo ricevuto.Possiamo essere un enorme e svettante cero pasquale, o un piccolo lumino scaldavivande. Ma se non siamo accesi siamo solo un pezzo di cera.Signore non permettere che rimaniamo solo CERA,CHE NON SI SCIOGLIE.

sabato 4 febbraio 2017

SI CONTINUA A RUBARE ,LA SOCIETA' CALABRESE NE PAGA LE SPESE.QUELLO CHE FA RABBRIVIDIRE E' IL COINVOLGIMENTO DI UNA FONDAZIONE LEGATA AL VATICANO,NON DARE PIU' SOLDI DI OFFERTE A FONDAZIONI RELIGIOSE,.E' GIA' MOLTO QUELLO CHE RICEVONO,SENZA CONTROLLO REALE E SENZA PARTECIPAZIONE DEL POPOLO DI DIO.DOVE E' FINITO L'AMMINISTRATORE SAGGIO?

CALABRIA CORROTTA | «Abbiamo cazzeggiato con fondi pubblici»

Gli indagati ricostruiscono al telefono gli step della truffa. Che parte dalla Calabria e arriva in Svizzera e Vaticano. Fino alla Fondazione Maria Goretti. Una rete internazionale sulla quale si indaga ancora
Giovedì, 02 Febbraio 2017 17:00 Pubblicato in Cronaca


CATANZARO Sulle strade spericolate della finanza internazionale capita che Vaticano e società in odor di 'ndrangheta si incontrino. Risultato, le società che il comitato d'affari di politici, funzionari e imprenditori vicini ai Mancuso usava per sottrarre ai calabresi i fondi europei destinati alle famiglie disagiate, sono state scelte dalla Fondazione Maria Goretti per gestire i propri investimenti internazionali. Insomma, un po' come affidare la pecora al lupo.
A scoprirlo sono stati i finanzieri del comando provinciale di Vibo Valentia, che nel corso della perquisizione alla Cooperfin di Ortenzio Marano, hanno scovato un accordo quadro fra la Fondazione di diritto ecclesiastico, la M&M, costola della Cooperfin con sede legale a Milano e direzione generale a Belmonte Calabro, e una misteriosa società svizzera, la West bound technologies sa'rl (Wbt), con sede locale a Losanna.
La prima è una nota fondazione gravitante nell'orbita vaticana, conosciuta per i progetti benefici in campo internazionale. La seconda è lo strumento costituito dal comitato d'affari scoperto oggi dalla Dda di Catanzaro per meglio gestire i finanziamenti Ue sottratti ai calabresi poveri. E in generosa quantità finiti nella pancia della società svizzera, con una causale inequivocabile: «Progetto giubilare». Possibile? Certo, grazie ad un secondo accordo sottoscritto fra la M&M e la Cooperfin, entrambe riconducibili ad Ortenzio Marano, per permettere alla seconda di accedere ai canali di investimento della prima.
Traduzione: anche la Cooperfin ha finito per entrare in rapporti con la Fondazione Maria Goretti e la Wbt. E a quest'ultima ha bonificato 800mila euro.
Con quale scopo? Allo stato non è dato sapere. Su quell'affare la Dda – ha detto in procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri - «continua ad indagare». Ma la ragnatela societaria per arrivare fino a Losanna e da lì direttamente in Vaticano è stata ricostruita con minuzia dai finanzieri, che hanno trovato più di un elemento curioso. E di certo illegale, come lo stesso Marano ammette al telefono: «Praticamente il tempo che loro accerteranno che non c'è nulla, che è stata una truffa, dicono che io, tu, Bruno ci siamo messi d'accordo e ci siamo fottuti 855 mila euro di fondi pubblici, punto».
Braccato dagli investigatori che più volte si sono presentati per perquisirgli gli uffici, l'ex ad di Cooperfin vaticina «si prendono me e poi piano piano si prenderanno te, Bruno e via discorrendo. Questo è un dato di fatto, io l'ho detto dall'inizio, non si può cazzeggiare con i fondi pubblici... non si può cazzeggiare coi fondi, noi abbiamo cazzeggiato con i fondi pubblici... perché stiamo parlando di truffa internazionale, con fondi, con fondi pubblici».
Il misterioso Bruno con cui Marano parla è l'intermediario finanziario Bruno Dellamonte, vero minimo comun denominatore fra la fondazione vaticana, la società svizzera e quella calabrese. È lui il rappresentante della Fondazione Goretti al momento della firma dell'accordo quadro, ed è lui – rivelano alcune conversazioni intercettate – la mente della Wbt, al secolo West Bound Technologies W.B.T. Sa'rl, costruita quasi rubando la denominazione ad una nota società di investimenti, la West Bound Technologies W.B.T. Sàrl. La differenza però non sta solo in un apostrofo. Perché quella finita in rapporti con la potentissima fondazione vaticana sembra nascondere più di un segreto.
Alessia Candito

mercoledì 1 febbraio 2017

FINO A QUANDO?
Ecco un'altra triste vicenda,che mette in luce ancora una volta,l'assurdità della inumana vita anaffettiva,del clero.
Per cortesia non mi si risponda nei commenti che ,il celibato lo si sapeva prima di tutto,che è obbligatorio.Cerchiamo almeno una volta di essere seri e credibili. Nella chiesa,tutti sanno e tutti taciono,perchè la regola è quella del silenzio.Ma credo che tutto ciò getti una luce sempre più oscura.sulla stessa comunità ecclesiale e sul popolo di Dio.Far passare l'dea che il celibato sia una virtù,è come chiedere alla natura di farci nascere, senza stimoli.e senza biologia.La chiesa,che ha nei secoli deturpato la bellezza stessa della sessualità,è responsabile di gravi crimini psicologici.La stessa che per 600 anni ha permesso il matrimonio al clero,Con l'elezione di Gregorio viii,con la sua politica teocratica,ANNO 1056-1073,viene imposto a tutto il clero tale osservanza canonica.
Al di la della vicenda in oggetto,a cui non intendo esprimere nessuna valutazione,mi preme sottolinerare,come l'ipocrisia è arrivata al trono di Dio,schifandolo profondamente.Potrei citare nomi e situazioni,di preti e vescovi che vivono con asssoluta naturalezza,le loro relazioni,affliggendo ad altri. pene e sofferenze che gli stessi non saprebbero sopportare. Ma tutti i vescovi in ogni diocesi conoscono molto bene le situazioni,penso che non abbiano bisogno di supporti esterni,comunque se vogliono ,trovano un interlocutore ,documentato.Oltre all'ipocrisia si aggiunge anche la beffa del moralismo mieloso e asfittico,farcito di devozionismi,che nulla hanno a che vedere con il Vangelo.Ogni altro tentativo di salvaguadare questo celibato,è frutto solo di chi vuole,continuare a pervertire la mente e il cuore.La chiesa cadrà come lo squarcio del velo,del tempio,,perchè il Signore dovrà ricostruire il suo tempio,fatto di cuori puri e mani innocenti.
Fino a quando Signore?