venerdì 27 marzo 2015

convegno 17 Aprile a torino

Il 17 Aprile presso la sede di demonologia di Torino si terrà un convegno sull'angiologia dove parteciperò come relatore,parlando del recupero della predicazione e della catechesi angiologica.

Programma delle FESTIVITA' PASQUALI Anno 2015

Programma
delle FESTIVITA' PASQUALI
Anno 2015
DOMENICA DELLE PALME
29 marzo 2015
Processione con gli Ulivi
¤ Santa Messa ore 16:00
Triduo Pasquale della Passione Morte e Resurrezione del Signore
GIOVEDI SANTO
2 aprile
¤ Santa Messa in Coena Domini
presso Sala Comunale ore 18:00
VENERDI SANTO
3 aprile
¤ Liturgia della Passione
ore 15:00
SABATO SANTO ◇ DOMENICA di PASQUA
4 aprile
¤ Veglia Pasquale
Santa Messa solenne di Resurrezione
ore 23:00
¤ Giornate di meditazione presso la Abbazia di Chiaravalle - Milano
Le celebrazioni saranno presiedute dall' Arcivescovo Primate
( per informazioni : 333.8711309 )

Risposta a mons Galantino Segretario CEI

A sua Eccellenza Mons. Nunzio Galantino
Segretario generale della CEI
Via Aurelia, 468 - 00165 Roma
Tel. 06/66398457 - Fax 06/6639840

Eccellenza,
ho letto l’intervista su il fatto quotidiano, da lei rilasciata tempestivamente, a ridosso della prima seduta al senato della futura ed eventuale legislazione in materia di diritti civili. Mi colpiva la sua affermazione che qui riporto integralmente: Sarebbe opportuno interpellare le famiglie per recepire quello che la gente chiede e, con il massimo rispetto per i diritti di ognuno, evitare di mettere in secondo piano i diritti delle famiglie, padre, madre e figli”. Visto e conclamato il fatto, che la proposta è stata votata anche dai senatori regolarmente sposati e appartenenti all’area cattolica, questo mi fa pensare a una prima risposta alla sua domanda ,che cosa ne pensano alcuni cattolici, anche molto praticanti.
Di seguito mi sono permesso, sapendo di farle cosa gradita, di  trasmetterle una indagine dell’ISTAT, redatta il 19 maggio 2012,attinente alla sua richiesta conoscitiva.
Con stima
+Mario Metodio
Ausiliare Diocesi Antico Cattolica






INDAGINE ISTAT: GLI ITALIANI? MENO OMOFOBI DI QUANTO SI CREDA

Gli italiani sono più avanti dei politici che la governano: sembra essere questo il risultato sorprendente dell’Indagine Istat su “La popolazione omosessuale nella società italiana”.
L’omosessualità è un campo che ad oggi risulta poco sondato dalla statistica, vuoi perché ritenuto fino a non molti anni fa un tema “tabù” (basti ricordare le accuse di depravazione rivolte ad Alfred Kinsey per i suoi studi sulla sessualità negli anni 50) ma anche per l’effettiva difficoltà di creare le condizioni affinché gli intervistati dicano quello che effettivamente pensano.
Per questi motivi l’indagine Istat resa pubblica il 17 maggio, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, stupisce per la cura e il dettaglio con cui approccia il tema: mai, in Italia, Istat si era spinto a indagare una questione così spinosa, e dalla lettura dei risultati viene da pensare che il dibattito politico non potrà non esserne influenzato.
Dalle analisi emerge come il 61% degli italiani ritiene che gli omosessuali siano discriminati, percentuale che cresce all’80%  quando si parla invece di transessuali; per tre quarti degli italiani l’omosessualità non è una malattia, non è immorale e non costituisce una minaccia per la famiglia.
Se il 94% degli intervistati ritiene accettabile che una coppia eterosessuale passeggi per strada tenendosi per mano e possa baciarsi in pubblico, tuttavia tale percentuale scende al 55% quando si parla di una coppia di donne e al 52% per le coppie di uomini. Una differenza notevole, che dà conto di come il senso comune abbia ancora molta strada da fare prima di arrivare alla sensibilità di altri paesi europei.
Il 66% è d’accordo con l’affermazione “Si può amare una persona dell’altro sesso oppure una dello stesso sesso: l’importante è amare” e il 59% degli italiani considera “accettabile” una relazione “affettiva e sessuale” di tipo omosessuale.
Un dato interessante è che il 63% degli italiani ritiene che sia giusto “che una coppia di omosessuali che convive, pur non sposandosi, possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata” e il 44% è favorevole anche al fatto che queste coppie possano sposarsi. Netta, invece, è la chiusura all’ipotesi delle adozioni.  Il clima sembra insomma maturo per l’introduzione di forme di unione civile aperte anche alle coppie gay, un po’ meno per dei veri e propri matrimoni. Si tratta di dati che risentono moltissimo della distribuzione per età e per area geografica, come si può vedere da questi grafici:

La spaccatura generazionale è evidente: le prime tre classi, corrispondenti alle fasce d’età dai 18 ai 55 anni, hanno percentuali simili, con il 67% di favorevoli alla parità di diritti delle coppie omosessuali e il 50% di favorevoli ai matrimoni omosessuali; completamente diverse sono le posizioni dei 55-64enni (56% e 34%) e dei 65-74enni (48 e 23%).
Il dato territoriale, inoltre, pone in evidenza una maggiore apertura nelle regioni del centro (72 e 53%) e un atteggiamento più ostile nelle regioni del sud e delle isole (51 e 34%):

L’identikit dell’omofobo che emerge da queste come da altre domande è quello di una persona anziana che vive al sud o nelle isole; ma c’è anche un altro tratto che influenza le opinioni in materia ed è, non sorprendentemente, il sesso.
In tutte le domande poste, infatti, le donne tendono a mostrare una maggiore apertura verso gli omosessuali, apertura che è leggermente inferiore fra gli uomini; ad esempio, solo il 56% degli uomini, contro il 63% delle donne, ritiene accettabile una relazione affettiva e sessuale di tipo omosessuale; analogamente, sono più accentuate fra gli uomini posizioni omofobe che tendono a considerare l’omosessualità una malattia (28 contro 23%), immorale (30 contro 24%) o come una minaccia per la famiglia (28 contro 23%).
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domenica 22 marzo 2015

AMORE e SERVIZIO nella CHIESA




AMORE e SERVIZIO nella CHIESA
il mandato diaconale del Vescovo e il rapporto con le donne,
sull'esempio di Gesù



di  + Giovanni Climaco Mapelli 
   Vescovo povero e servo di Cristo

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Non voglio fare qui, come già fatto altrove, una trattazione teologica sul servizio del Vescovo nella Chiesa, partendo dall'episodio del Giovedì Santo della Lavanda dei piedi...
Voglio partire da un semplice aneddoto di vita, che mi è capitato un giorno mentre stavo in un Monastero di suore...
In una delle mie visite ad Assisi come Vescovo mi è capitato questo fatto particolare, che voglio qui raccontare, lo ripeto, per poter cogliere il senso del servizio vero dentro la Chiesa e la comunità fraterna.
A pranzo in un Monastero di Suore di Santa Chiara, dopo esserci seduti a tavola venne una suora anziana a servirci ed io ero in abiti episcopali...
Aveva iniziato portando la zuppiera con la minestra calda, e aveva appena messo il primo mestolo nel nostro piatto, quando io ho provato un forte senso di disagio perchè quella donna già cosi anziana poteva essere mia Mamma, e dato che per una decina di anni ho servito io il pranzo ai miei due Genitori invalidi e in particolare a mia Mamma affetta da malattia invalidante di Alzheimer ...
Ho provato un disagio che non mi ha permesso di stare seduto oltre e mi sono alzato dicendo alla suora : "Sorella , mi perdoni, io non riesco a farmi servire da Lei, perchè non lo trovo giusto, neanche come Vescovo...
Sarà che io ho servito mia Mamma che Lei mi ricorda e poi Lei ha un'età avanzata e comunque io preferisco che noi ci serviamo da noi... Non si offenda, ma è una questione profondamente interiore e spirituale..."
La suora mi ha guardato sorpresa, forse era la prima volta che un ospite e pellegrino le si rivolgeva con quelle parole...
Rimase un po' male mi è parso nei giorni successivi, ma forse poi ha capito il motivo...
Inoltre questo fatto mi ha permesso di riflettere sull'attenzione e considerazione per la "donna nella Chiesa", che spesso è trattata come serva e come suddita dell'uomo maschio...
Mentre sull'esempio di Gesù che aveva grande rispetto e sapeva valorizzare la femminilità con il suo dialogo e il suo amore verso le donne e verso Maria di Magdala, ho meditato su quanto noi maschi religiosi siamo a parole pronti ad ogni discorso sull'uguaglianza e parità dei sessi, e quanto siamo distanti dall'attuarli nella quotidianità della vita...
Nella Chiesa ognuno è chiamato, come disse Gesù di sè, a "servire piuttosto che essere servito", e questo è il centro e fulcro del Vangelo...
Prima di tutto viene questo che è il momento di inizio del messaggio stesso di Cristo incarnato...
Perchè senza la diaconia del Vescovo, simbolizzata dalla dalmatica diaconale, non può incarnarsi nessun Vangelo ...
Un gesto che ci richiama la sua Cena ultima, in cui Egli volle servire lavando i piedi ai commensali, suoi Discepoli...
Poichè come ci dice Giovanni apostolo "avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine!... "
Servire dunque è un gesto di amore, connaturato all'amore ...
Servire nonostante la nostra povertà, che è ricca di amore...
Il suo Amore ...
Avvicinandoci alla Pasqua del Signore riscopriamo la gioia di servire con semplicità di cuore ....
La diaconia di Cristo è la nostra diaconia...
Il Vescovo non è che questo: l'uomo dell'amore, il discepolo che serve nella letizia i suoi fratelli e sorelle...
Amen


giovedì 19 marzo 2015

PRELATOPOLI



PRELATOPOLI : SCANDALO del MINISTRO di COMUNIONE e LIBERAZIONE : ADESSO BASTA! IL PAPA DOVREBBE CHIEDERE LE DIMISSIONI di DUE CARDINALI e DUE VESCOVI di CL : ANGELO SCOLA e CARLO CAFFARRA e LUIGI NEGRI e MASSIMO CAMISASCA! SAPEVANO TUTTO di QUESTA CRICCA del MALAFFARE e NON HANNO MOSSO un DITO o FATTO UNA DENUNCIA!.. MA CHE RAZZA di CARDINALI e VESCOVI SONO?! DATO CHE NON SI DIMETTONO LORO , perchè SI DIMOSTRANO SENZA PUDORE, LI DIMETTA LUI il PAPA!

PRELATOPOLI
moralisti sul sesso e spregiudicati nei soldi
proprio come i FARISEI del tempo di CRISTO …
SCANDALI A CATENA
dietro ci sono le faccie stranite dei Cardinali Angelo Scola e Carlo Caffarra e deiVescovi Luigi Negri e Massimo Camisasca: tutti prelatoni  che hanno fatto carriera grazie a Comunione e Liberazione e a tutti i loro appoggi in Vaticano  …
Alcuni di loro hanno sistemato bene parenti e amici  ( vedi notizia in basso ) …
Coinvolto anche l’Arcivescovo FRANCESCO GIOIA che vive in Vaticano e che ha sistemato un suo nipote attraverso questa stessa cricca legata al Ministro Lupi  …
Angelo-Scolamaurizio-lupicaffarra carloAnegri luigi
 camisasca angelo
( in ordine da sinistra : ANGELO SCOLA cardinale a Milano, MAURIZIO LUPI Ministro, CARLO CAFFARRA cardinale a Bologna, LUIGI NEGRI arcivescovo a Ferrara e MASSIMO CAMISASCA vescovo a Reggio Emilia ,  la potente Lobby clericale ciellina in Italia  che proteggeva con il suo “carisma” episcopale questa specie di gran Chiesa degli affari : spregiudicatezza con i soldi e dottrina ferraea sulla morale sessuale, proprio come i Farisei del tempo di CRISTO …)
Ancora Comunione e Liberazione con il suo potente Ministro Maurizio Lupi al vertice del Ministero delle Infrastrutture, cioè l’ex Ministero dei Lavori Pubblici, che sovrintende a tutte le opere pubbliche in Italia, da sempre centro e fulcro propulsore di ogni tangente, mercanteggio, affarismo di sottobanco, con collusioni mafiose, gare di appalto pilotate e concorsi farsa…
E’ ORA CHE IL PAPA FRANCESCO AGISCA SU QUEI CARDINALI e VESCOVI che erano I MENTORI di QUESTO POTERE FILO MAFIOSO NELLA CHIESA…
Già denunciato più volte dal Cardinale Carlo Maria Martini a Milano negli scorsi anni…
UN IMPERO TREMENDO DEl MALAFFARE ….
ADESSO è NELL’OCCHIO DEL CICLONE QUEL GENTILUOMO DI MAURIZIO LUPI , GIA’ ASSESSORE AL COMUNE DI MILANO E GIA’ INDAGATO A SUO TEMPO ED OGGI RIFERIMENTO DEL MOVIMENTO DI CL, DOPO CHE FORMIGONI STA PURE LUI INGUAIATO CON I PROCESSI AL TRIBUNALE DI MILANO E CON OLTRE 54 MILIONI DI EURO CONFISCATI DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA…
IL PAPA NELL’ULTIMO SUI INCONTRO CON GLI 80 MILA CIELLINI A PIAZZA SAN PIETRO PER IL DECIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL FONDATORE DON LUIGI GIUSSANI , HA DATO ALCUNE SCUDISCIATE ALLO STESSO GRUPPO ECCLESIALE CHE INVECE GLI ULTIMI DUE PAPI CON UNA MIOPIA INCREDIBILE AVEVANO PORTATO AI VERTICI DELLA FINANZA CATTOLICA E DELL’IMPRENDITORIA CON APPOGGI E CON ENTRATURE ANCHE NELLA BANCA DELLO IOR ….
ERA TUTTO UN PULLULARE DI ENTI E SOTTO ENTI CON LE MANI OVUNQUE NELLA SANITA’ E NEI SETTORI DEI SERVIZI SCOLASTICI E IN GENERE, CON APPOGGI IN TUTTE LE BANCHE CHE CONTANO E NEI GIORNALI PIU’ IN VISTA….
Una sorta di Massoneria cattolica infiltrata  ovunque che promuoveva e facerva assurgere a incarichi in qualunque settore, simile all’Opus Dei più diffusa all’estero e in America Latina…
IL PAPA FRANCESCO SE VUOLE “PURIFICARE” QUESTA CHIESA dalla SUA “SPORCIZIA” come DISSE PROPRIO 10 anni fa lo stesso CARDINALE RATZINGER alla VIGILIA della MORTE di PAPA WOJTYLA, DURANTE LA VIA CRUCIS dell’ANNO 2005 al COLOSSEO, DEVE COMINCIARE A CHIEDERE UN PASSO INDIETRO CHIARO E DECISO A DUE CARDINALI che SAPEVANO QUALE TIPO DI MALAFFARE IMPERAVA IN CL e NON HANNO MAI DENUNCIATO NIENTE: I CARDINALI ANGELO SCOLA ( già tirato in ballo per un milione di euro di non si sa quale provenienza,  ricevuti dal Sindaco Orsoni  di Venezia per l’opera del MOSE ) e CARLO CAFFARRA, il primo Arcivescovo di Milano ( messo qui proprio da Papa Ratzinger )  e l’altro Arcivescovo di Bologna ( che è succeduto a un altro  simpatizzante ciellino il cardinale milanese GIACOMO BIFFI ) .
UNA RETE DIFFUSA di APPOGGI e FAVORI ….
Inoltre vi sono due Vescovi legati a CL che sono un programma di Chiesa ipocrita a non finire : mons. LUIGI NEGRI e mons. ANGELO CAMISASCA ( il cui nipote è alto Dirigente nella Regione Lombardia del ciellino gay con voto di castità ROBERTO FORMIGONI )  … entrambi legati a doppio filo a questa Associazione laicale che ha gettato l’intera Chiesa Cattolica nel disdoro, nell’onta e nel fango …
SONO STATI VESCOVI e CARDINALI COME GUIDE CIECHE DI CUI PARLA IL VANGELO CON TONI MOLTO DURI e PERENTORI, che HANNO MINATO LA FEDE e la FIDUCIA di MOLTI…
AFFARI E SOLDI, FEDE E INTEGRALISMO FARISAICO : tutti gli ingredienti di questo tipo di CHIESA nella CHIESA…
IL PAPA AGISCA, SE TROVA IL CORAGGIO di FARLO : per il BENE della CHIESA TUTTA e del VANGELO di CRISTO in ITALIA sua SEDE di PRIMATE nazionale .
                                            timbro-centro-studi-teologici 
CENTRO STUDI TEOLOGICI di MILANO
+ Giovanni Climaco MAPELLI
  Arcivescovo
Milano, 19 marzo 2015 – Festa di San Giuseppe, sposo umile e onesto di Maria madre di Gesù
( p.s. IL NIPOTE del VESCOVO ANGELO CAMISASCA SISTEMATO IN REGIONE, a Capo del PERSONALE : http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/23/formigoni-benedice-nuovo-vescovo-di-reggio-citta-di-dossetti/423896/ )

L'IPOCRISIA : IL CANCRO SPIRITUALE





Lc 12,46; Mt 24,51
Come è noto, nel denunciare i vizi dai quali dobbiamo guardarci, Gesù insiste in modo speciale sull’ipocrisia. Egli è particolarmente severo contro gli ipocriti e porta molti esempi di ipocrisia, che dobbiamo evitare. Giunge fino al punto di dire che l’ipocrisia conduce alla dannazione (Lc 12,46; Mt 24,51). Chiediamoci perché Gesù dà tanta importanza all’ipocrisia. Prima ancora, però, vediamo in cosa essa consiste. Dopodiché bisognerà vedere come riconoscerla, cosa non facile, ed infine vedremo quali sono i rimedi.
L’ipocrisia è quell’atteggiamento per il quale il soggetto, per ottenere approvazioni od onori dagli onesti, assume all’esterno un modo di pensare o di agire apparentemente onesto, ma internamente, “sotto sotto”, come si suol dire, l’intenzione è cattiva, ingannevole e dannosa nei confronti di quegli stessi onesti. Si tratta dunque di una forma di finzione o simulazione, che si propone di ottenere un successo mondano acquistandosi una fama immeritata di virtù.
La parola “ipocrisia” viene dal greco ypò-krisis, che comporta un “giudicare-sotto”: krisis da krino che vuol dire “giudico”, un giudizio nascosto nel cuore, che non corrisponde a quanto diciamo o facciamo esternamente.
Siccome l’ipocrita non crede veramente nei valori che finge di apprezzare, ma invece mette il proprio io davanti a Dio, non cela in ogni occasione la sua disonestà, che può avere svariatissime forme, ma la manifesta apertamente con coloro che condividono i suoi errori o i suoi misfatti e che quindi possono apprezzarlo.
Si riscontra questo atteggiamento per esempio nelle società segrete o nell’esoterismo, dove il soggetto si presenta in modo esternamente onorevole e normale verso il pubblico comune, mentre manifesta le sue intenzioni segrete o con i colleghi o agli iniziati.
Così per esempio l’ipocrita, che in cuor suo magari è massone, si mostra tale con i suoi colleghi, ma, all’occasione favorevole, si mostra cattolico con i cattolici, protestante con i protestanti, ateo con gli atei, idealista con gli idealisti, e così via. E magari secondo lui questo sarebbe il modo di dialogare con tutti.
Il vizio dell’ipocrisia è particolarmente odioso, viscido, grave e colpevole, perché non è semplicemente un vizio passionale o istintuale, come può essere la lussuria o l’intemperanza, causato più da fragilità che da malizia. L’ipocrita non è impulsivo o maleducato come il passionale o la persona sgarbata, rozza o violenta, che in fin dei conti può nascondere buone benché velleitarie intenzioni o essere in buona fede o solo psichicamente turbata o immatura, come per esempio i giovani.
Facilmente l’ipocrita si propone al pubblico come austero moralizzatore di tali persone, mentre egli nell’intimo è molto peggio di loro. Tutto ciò concorre alla creazione della sua immagine o, come si dice, dal suo look, di persona ragguardevole e moralmente esemplare. Per esempio, da una parte si scaglia inorridito contro i pedofili e dall’altra favorisce o approva subdolamente l’eresia e la dissoluzione della fede.
L’ipocrita può avere ottime maniere, egli è “falso e cortese”, può essere una persona altolocata o socialmente influente, ma intanto cova magari a lungo il veleno nel suo cuore, veleno che all’occasione non mancherà di sputare contro il povero malcapitato indifeso che si fida di lui; dal che si riconosce la presenza di questo cancro in persone che magari un momento prima hanno pregato con te, ti hanno trattato con la massima gentilezza e cortesia, ti danno alla Messa il segno della pace, senza risparmiare lodi e complimenti. Come non sdegnarsi davanti a simili comportamenti? Da qui comprendiamo lo sdegno di Cristo.
L’ipocrisia dunque è un vizio calcolato, potremmo dire “intelligente”, frequente nelle persone colte, e il suo atto è studiosamente modellato e premeditato con una specie di astuzia o falsa prudenza che la Scrittura chiama “prudenza della carne”, che sa attendere il momento opportuno e le circostanze favorevoli con una perfida pazienza ed abilità, che a volte stupisce.
Al poveraccio che non ha niente da perdere l’ipocrisia non interessa. E forse è proprio lui un miglior candidato al regno dei cieli. L’ipocrita si finge amico, ma intanto trama nell’ombra e colpisce improvvisamente l’innocente alle spalle restando nascosto, come  un serpente che ti morde. Ecco perché Gesù chiama gli ipocriti “serpenti” e “razza di vipere”.
Gesù chiama “lievito” (Lc 12,1) questo vizio, perché sembra stimolare ed incentivare l’azione e l’affermazione di sé magari grazie a una falsa spiritualità o a grandi opere nelle quali si cerca di figurare agli occhi del mondo. Tale atteggiamento può dare addirittura a certi pastori ambiziosi l’illusione o l’apparenza di lavorare in modo “aggiornato” per la Chiesa e per le anime.
E invece, per dirla sempre col Signore, gli ipocriti percorrono terra e mare, ossia si danno un gran da fare con un enorme dispendio di mezzi, per procurarsi poi dei discepoli e successori che sono peggio di loro.
Così si spiegano le osservazioni che già troviamo nell'Antico Testamento: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me” (Is 29,13, ripreso da Gesù in M; 7,6); “con la bocca benedicono e maledicono nel loro cuore” (Sal 62,5); “il nemico ha il dolce sulle labbra” (Sir 12, 16-18); “veleno d’aspide sotto le loro labbra” (Sal 140,4); “parla di pace, ma nell'intimo ordisce un tranello” (Ger 9,7); “untuosa è la sua bocca, ma nel cuore ha la guerra” (Sal 55, 21-22); “davanti a te il suo parlare è tutto dolce, ammira i tuoi discorsi, ma alle tue spalle cambierà il suo parlare e porrà inciampo alle tue parole” (Sir 22,26). Questo poi magari lo veniamo a sapere da altri e ci accorgiamo con chi abbiamo avuto a che fare.
 Ma l’ipocrita è difficilmente guaribile, proprio perché questo peccato non è un impulso costringente come quello di una cattiva passione che in fondo il soggetto non vorrebbe, per cui egli dolorosamente dice con Seneca. “video bona proboque, deteriora sequor”, no, l’ipocrisia è una precisa voluta e sistematica scelta di condotta. Certo essa può trarre occasione dall'invidia, può nascere dalla ribellione del vecchio Adamo contro Dio, può sorgere dall'egoismodall'ambizione, dal desiderio di emergere o da fallimenti, disillusioni o frustrazioni subite.
L’ipocrita è difficilmente guaribile perché, a causa della sua superbia e ostinazione, è incapace di pentimento. Essendo legge a se stesso, ritiene di non peccare mai, mentre è immerso nel peccato fino al collo. Come prova di ciò basterebbe considerare il fatto che i farisei non si sono affatto pentiti neppure davanti all'esempio e alle parole di Gesù: anzi ciò li ha maggiorate irritati costituendo Gesù un richiamo perentorio alla loro coscienza per loro insopportabile.
L’ipocrita dà mostra di una spavalda allegria e sicurezza, ma in realtà non può soffocare del tutto la voce della coscienza che lo tormenta, e questo stesso fatto è il residuo di dignità che gli resta: in ogni momento egli ha la possibilità di ascoltarla e di convertirsi.
L’ipocrisia è per sua essenza un vizio nascosto, come un cancro che a tutta prima non dà segni della sua esistenza, ma al contrario l’individuo sembra sano. Ma è un vizio grave proprio perché proviene dall'intimo, dal cuore, mentre i fatti esterni sembrano buoni.
E’ possibile in qualche modo almeno per un certo tempo fingere la virtù, fingere la santità.  Eppure ad un’attenta analisi, come si fa con i tumori, è possibile svelare questo vizio. In sostanza l’ipocrita è un falsario, è un impostore, è una persona insincera. Con la sua astuzia diabolica può ingannare per un certo tempo anche un santo, anche un prudente pastore, ma prima o poi le sue insidie appaiono alla luce soprattutto per i frutti amari che esse producono.
Il rimedio all'ipocrisia è la sincerità. Ma occorre intendersi su questa parola. Non si tratta, come alcuni credono, di quella “sincerità” con la quale uno vomita al di fuori senza ritegno e a ruota libera tutto il fango o l’astio che ha nel suo cuore o che emerge dal subconscio, quasi fosse una “ipocrisia” il tentativo di frenare il torrente fangoso o di reprimere questo sfogo violento ed offensivo.
Al contrario, la vera sincerità è il possesso di una carità sincera, che non si limita a tener dentro l’odio e il disprezzo. Il che non risolverebbe niente. Si tratta dunque di purificare l’interno, affinché anche la sua espressione esterna sia limpida e pura.
L’ipocrita è uno che sovverte i valori; mette in primo piano ciò che deve stare sotto, ossia i valori esterni e il proprio io empirico, e pone in secondo piano, funzionale ai primi, i massimi valori, quelli interiori, dello spirito e divini. Da qui la sua doppiezza, slealtà ed incoerenza, che sfocia nel tentativo di servire due padroni; quello vero, ossia Dio, al quale non può sfuggire e quello che si è imposto o alla seduzione del quale ha ceduto, il proprio io, sorgente della sua ambizione e del suo egoismo.
Rimedio di fondo è dunque l’umiltà, con la quale riconosciamo la nostra dipendenza da Dio nelle piccole come nelle grandi cose, in modo che l’utile sia ordinato all'onesto, il mezzo al fine; all'apparire corrisponda l’essere, alla parola corrispondano i fatti, l’esterno manifesti l’interno e su di esso si fondi, il materiale sia ordinato allo spirituale e l’uomo a Dio.


+Mario Metodio

mercoledì 18 marzo 2015

L’agire politico dei cristiani Una risposta e una indicazione


In quel tempo, 15i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». 18Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova?19Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. 20Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». 21Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»

Ecco l'ennesimo tranello teso a Gesù, uomo molto scomodo a quel tempo, che con pacatezza non le manda di certo a dire a sacerdoti, farisei e dottori della legge .infatti, il Vangelo ha visto il Figlio di Dio ammonire e mettere in guardia su questa categoria di persone: "Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l'amore di Dio..." "Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!".
Ecco allora che occorre cercare il modo di ritorcere contro Lui stesso i Suoi insegnamenti: È lecito o no pagare il tributo a Cesare '', chiedono i farisei per coglierlo in fallo. Se Gesù risponderà Si! scontenterà il popolo di Dio riconoscendo lo stato romano come supremazia. Sarà un traditore, andrà contro il Padre Suo. Se risponderà No! ecco allora il rivoluzionario che va contro il sistema e quindi arrestato, punito, ucciso.
Gesù sfugge al tranello portandola questione dal piano ideologico (la legittimità del pagamento del tributo) a quello pratico. Chiede che gli mostrino un denaro del tributo, la moneta corrente della zecca di Roma usata in tutto l'impero. Gesù domanda di chi siano, nello stampo facciale del denaro, il ritratto e il titolo che l'individua. ‘Di Cesare' gli rispondono. Gesù conclude: ‘Restituite dunque a Cesare quel ch'è di Cesare e a Dio quel ch'è di Dio'. La risposta sconcerta gli ascoltatori. In ogni caso dobbiamo chiederci cosa sia di Cesare e cosa di Dio. Nella risposta di Gesù è chiaro cosa appartiene a Cesare: solo quella moneta della zecca di Roma su cui è incisa l' 'immagine dell'imperatore. Questa pertanto andava restituita al proprietario. Il Vangelo non va oltre, in questo campo. Ma cosa è di Dio ' Il termine ‘immagine, usato da Gesù per la moneta, ha certamente richiamato la frase biblica posta proprio all'inizio della Scrittura: ‘Dio creò l'uomo a sua ‘immagine; a ‘immagine di Dio lo creò' (Gn 1,27). L'uomo, anche il più disgraziato o il più colpevole, è segnato radicalmente da una presenza divina. C'è quindi una ‘santità' che appartiene ad ogni uomo, non per suo merito ma per dono. Ogni uomo è icona di Dio, creato a sua immagine. Oggi come restituiamo a Dio la sua immagine? Riusciamo ad esserne specchio? Quello che troppo spesso oggi l'uomo rimanda, è un 'immagine deturpata, offesa, umiliata, frantumata, per colpe personali o per opera altrui. Ma deturpando noi stessi o gli altri, noi deturpiamo Dio stesso. Gesù vuole esortare coloro che lo ascoltano a restituire a Dio quello che a Lui appartiene: ossia ogni uomo e ogni donna.
Che cos'è di Dio? Di Dio è l'immagine nascosta nel profondo di ogni uomo ed anche dentro di me. Di Dio è il soffio stesso della vita, che riceviamo e che diamo a Lui ogni volta che vogliamo bene e che renderemo a Lui nell'ultimo giorno;  Dio è l'amore che rende bello il volto di ognuno e che continua la forza creatrice; di Dio è l'amicizia che unisce gli uomini tra loro, la carità che lui affida perché sconfigga il male.

 Gesù ci invita a vivere radicalmente la nostra esperienza di credenti inseriti nel contesto sociale odierno. Per questo il Concilio esorta i cristiani laici ad essere presenti nelle varie istituzioni. Il cristiano non vive ancorato in una sagrestia, ma vive in mezzo al mondo per portare il suo contributo da credente a partire dalla sua città. Oggi più che mai sentiamo l'esigenza non tanto di avere un unico partito di cattolici com'era in passato, quanto di ritrovare la linfa dei cattolici inserita nel contesto sociale e politico. Ma sentiamo anche l'esigenza della trasparenza dei credenti di fronte al mondo politico. Nessuna sudditanza, come anche un grande rispetto per coloro che ci governano, nella speranza che governino in modo saggio.
 La comunità cristiana si distingue dalla comunità civile perché cerca di mettere il Cristo al centro, cioè rende a Dio ciò che è di Dio. Molte volte noi confondiamo le due realtà.
Del resto, quando si parla di parrocchia si indicano tutti gli abitanti e non tanto coloro che in qualche modo frequentano l'ambiente ecclesiale. Ma ciò che diventa determinante e discriminante è proprio questo mettere al centro al figura di Gesù, la dimensione spirituale della Chiesa. Anche perché oggi cresce la presenza di chi si dichiara ateo o agnostico o appartiene ad altre confessioni. Poi è ovvio che la Chiesa collabora con le realtà locali, con le istituzioni, ma l'importante è ricordarsi il motivo della sua presenza.
Un grande compito che la Chiesa è chiamata a svolgere è proprio quello di formare dei laici in grado di sapere gestire da credenti la cosa pubblica. Senza però cadere nei rapporti troppo stretti tra la comunità cristiana e chi ci governa. Anche perché qualsiasi tentativo di operare per il bene comune e la crescita del territorio, mai arriverà a far vivere l'autentica esperienza cristiana che è sempre un di più. Il cristianesimo non potrà mai essere incanalato in terra in prospettive terrene, seppur lodevoli.
Chiediamo al Signore il dono di essere dei cristiani che vivono con gioia la propria vita di cittadini esemplari. La Chiesa, dal canto suo, prosegua nella logica della trasparenza, senza quegli interessi che sono contrari alla nostra esemplarità.



+Mario Metodio


martedì 17 marzo 2015

Omofobia religiosa e Omofobia laica OMOSESSUALI CONTRO NATURA?


Omofobia religiosa e Omofobia laica
OMOSESSUALI CONTRO NATURA?
 

COSA E' CHE ANCORA OGGI DISTURBA NELL'AMORE TRA DUE PERSONE DELLO STESSO SESSO? 
(Nota : al punto 1 la trattazione riguarda gay e lesbiche mentre ai punti 2 e 3 riguarda l'omosessualita' maschile) 
Proviamo ad analizzare la questione piu' direttamente e nel dettaglio: 
1 - La COPPIA 
nella relazione gay a differenza che in quella etero in genere non si considerano due persone libere con una coscienza e una liberta' interiore che si piacciono e che liberamente si desiderano e volontariamente decidono di vivere in coppia... 
No... 
Nella visione per cosi dire comune e ingenua ci si rappresentano atti genitali, organi e soggetti che danno e ricevono con questi organi come fossero azioni di sopraffazione e di violenza... 
Nell'immaginario e' l'atto privato di amore reciprocita' e affetto e come deliberato coinvolgimento piacevole e gioioso che viene rappresentato... 
Manca la rappresentazione dell'amore reciproco che e' un fatto morale spirituale... 
In questo senso la pre comprensione omofoba non coglie la pariteticita' dei sentimenti con la relazione etero... 
2- La PENETRAZIONE ANALE 
Un altro problema centrale spesso taciuto ma determinante e' il rapporto penetrativo anale... 
Questo fatto genera fantasie molto vivide e gli omofobi pensano che possa essere la violazione nella relazione maschio maschio della loro stessa mascolinita'... 
Il rapporto in realta' e' una dinamica corporea dove gli atti seguono una dimensione naturale con lo scambio interpersonale dei ruoli che la natura contempla... 
Gli omofobi o moralisti dimenticano che un buon 80 % della popolazione eterosessuale nella relazione amorosa pratica il sesso penetrativo anale... 
In questo caso e' la differenza dei sessi dei due partner che rende plausibile e accettabile cio' che invece e' ritenuto inammissibile a due sessi uguali? 
Ma perche'? 
Trattandosi di una fobia e di un tabu' che affonda in costume e abitudini culturali e' difficile trovare una risposta che non sia determinata da rigetto irrazionale... 
3- Lo SPERPERO del SEME 
Tra i due maschi trattandosi di omosessualita' maschile un elemento piu' religioso che biologico o di scienza e costume e' lo "sperpero del seme" condannato in libro di Genesi che da inizio alla Bibbia in riferimento al caso di Onan che si masturbava e disperdeva il seme a terra ( da qui il termine onanismo )... 
Ma l'atto sessuale e' sempre atto che si conclude con emissione di seme che non necessariamente viene destinato a finalita' procreativa... 
Anche nella coppia etero il seme viene disperso piu' volte di quanto possa essere procreativo... 
Non siamo animali coattivi e procreiamo quando decidiamo e non automaticamente come fatto obbligato... 
In seconda analisi l'atto di espressione ludica dell'orgasmo cui segue l'eiaculazione tra due persone di sesso diverso o uguale e' identico... 
Solo la procreazione consapevole puo' cambiare in quanto nel caso di maschio e femmina e' possibile e non nel caso di due maschi... 
Ma l'elemento sessuale di amore e relazione corporea spirituale e' la stessa e non viene decisa da una teleologia cioe' finalita' ulteriore o ultima che ne decide o inficia la sua validita' o bonta' morale... 
L'elemento biblico del divieto di Dio non e' capibile oggi se non con una strutturazione scritturale piena di univocita' e finalizzazione sacralizzata procreativa che non conosce la naturalezza del fatto omosessuale e lo legge soltanto sotto la cifra ed equivoco della "perversione" o contro natura, vista come unica eterosessuale normante normativa... 
L'elemento sacralizzante del sesso emargina il non omologabile... 
Quando in realta' l'omosessualita' e' parte della natura e quindi della stessa idea creatrice divina ... 
Un fatto a parte poi sono le questioni legate alla genitorialita' omosessuale e alla procreazione nella coppia omosessuale che tratteremo in altro intervento, essendo un ambito oggi molto dibattuto e attuale. 
+ Giovanni Climaco Mapelli 
Arcivescovo 
Centro Studi Teologici di Milano 
Chiesa Cristiana Antica Cattolica e Apostolica 
http://www.diocesianticocattolica.blogspot.com

domenica 15 marzo 2015

DENUNCIA: L' AVVENIRE di una OSSESSIONE l'omofobia irriducibile del quotidiano dei Vescovi italiani

DENUNCIA:
L' AVVENIRE di una OSSESSIONE
l'omofobia irriducibile del quotidiano dei Vescovi italiani
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COME VESCOVI , IO e IL MIO AUSILIARE CI VERGOGNAMO del GIORNALE dei VESCOVI ITALIANI per la SUA CAMPAGNA DIFFAMATORIA METODICA, MIRATA e CONTINUATA CONTRO I DIRITTI DELLE COPPIE di PERSONE dello STESSO SESSO...
CHIEDIAMO AI VESCOVI e anche al PAPA SE NON SIA VENUTO OGGI IL MOMENTO, IN NOME di DIO e della MISERICORDIA TANTO SBANDIERATA, di FARGLIELA FINIRE con QUESTA CROCIATA FUORI TEMPO DEGNA di MIGLIOR CAUSA!
IL TONO è PROPRIO OSTILE da PERSONE CATTIVE e PROFONDAMENTE INGIUSTE VERSO ALTRE PERSONE UMANE....
UN TONO IMPRONTATO A DISPREZZO e INCOMPRENSIONE che IN CRISTO NOI NON TROVIAMO AFFATTO, MA CHE è LO STILE dei FARISEI del SINEDRIO PIENI di SE' STESSI e di UN DIO FATTO a PROPRIA IMMAGINE E SOMIGLIANZA!...
ALTRO CHE "MISERICORDIA"... E GIUBILEO di FRATERNITA' ....
VERSO LE PERSONE GAY VOI NON MANIFESTATE NESSUN AMORE e NESSUNA UMANA E SOCIALE CONSIDERAZIONE...
COME AVETE FATTO per GLI EBREI per SECOLI...
LO STESSO ATTEGGIAMENTO BRUTALE...
LEGGANO i VESCOVI ITALIANI e il PAPA FRANCESCO che RAZZA di COMMENTI DISUMANI e ANTI - CRISTIANI CI SONO da PARTE dei LORO FEDELI CATTOLICI, LETTORI di AVVENIRE, CONTRO LE PERSONE OMOSESSUALI...!
NO! QUESTO CARI PASTORI NON è CRISTIANESIMO, NON é VANGELO !
E VOI COME PASTORI di QUESTE COMUNITA' SIETE RESPONSABILI di QUESTE DERIVE RAZZISTE e OMOFOBE.... CHE SONO UNA BESTEMMIA ANCHE DAVANTI A DIO CREATORE !
IL VOSTRO MAGISTERO INFATTI è STATO BESTIALE in QUESTI LUNGHI DECENNI!...
CONVERTITEVI A CRISTO!
Giovanni Climaco Mapelli
Arcivescovo Primate
Mons Mario Metodio Cirigliano
Vescovo Ausiliare
Milano, 15 Marzo 2015 - IV Domenica della Quaresima

giovedì 12 marzo 2015

la Quaresima

 La prosternazione dinanzi alla sovranità del Signore della vita
Oggi meditiamo sulla vita :
la 
Quaresima è il cammino penitenziale sul "senso della vita" verso la rivelazione ultima della Pasqua...
L'esistenza è domanda di senso...
Piegati dalla colpa, stremati dal dolore e annientati dal fallimento, la vita procede verso la morte...
ineluttabile...
Quaranta giorni nel deserto mentre il popolo ebraico vi rimase quaranta anni senza poter vedere la Terra della Promessa.... e Mosè ne rimase fuori, esiliato....
In quale Terra della Promessa noi vogliamo entrare?
Quale Terra che Cristo ha dato ai "miti" ?
"Beati i miti poichè erediteranno la terra!".... ( cfr. Matteo , Le Beatitudini )
Cosa significa essere "miti" ...?!
Ludiwig Wittgenstein e' morto a soli 59 anni e fu un grande filosofo e matematico viennese di origini ebraiche...
QUANDO ERA ORMAI VICINO ALLA FINE COLPITO dal CANCRO, DI FRONTE ALLA MORTE MANDO' A DIRE AGLI AMICI DI UN TEMPO DEL "CIRCOLO di VIENNA", TUTTI ATEI E TUTTI SCETTICI SULLA VITA, QUESTE PAROLE:
"DICA LORO CHE IO HO AVUTO UNA VITA MERAVIGLIOSA..."
Indicando la sua fede o speranza in una visione buona del mondo nonostante tutto e ottimista sulla sua esistenza...
NON TROVO UNA FEDE FACILE LA SUA...
WITTGENSTEIN ERA UN UOMO SPESSO TORMENTATO DA QUESITI IRRESOLUBILI...
BERTRAND RUSSEL PREMIO NOBEL E MATEMATICO DI FAMA CHE LO SCOPRI' E LO PORTO' AD INSEGNARE A CAMBRIDGE DICEVA CHE SPESSO ERA ANSIOSO E ANDAVA SU E GIU' PER LA STANZA SENZA TROVARE RISPOSTA ALLE SUE DOMANDE...
Molte di queste domande e risposte stanno oggi nel suo Tractatus logico filosofico e nei suoi vari Quaderni ...
In quegli anni Moritz Sclick docente a Vienna e membro del Circolo venne ucciso da uno studente che lo aveva accusato di avergli fatto perdere la fede gettandolo nella disperazione...
Wittgenstein fu molto turbato da questo fatto...
Il dubbio sistematico, i tre maestri del sospetto ( Marx, Nietzsche e Freud ) e le Scuole positiviste avevano demolito la religione e la fede in Dio...
Relegate ormai nella filosofia analitica del linguaggio a "non senso"...
Assiomi privi di significato...
WITTGEINSTEIN NON VI RIMASE IMPIGLIATO...
Non pote' mai aderire a una visione cosi scettica e cinica del mondo...
Una visione positivistica assoluta...
Wittgenstein omosessuale e scapolo era laureato in architettura non in matematica o fisica come gli altri e aveva un animo mistico e sensibile all'estetica...
Un animo interrogante...
"SU CIO' DI CUI NON SI PUO' PARLARE E' MEGLIO TACERE..."
"PREGARE E' VEDERE CHE LA VITA HA UN SENSO..."
" TUTTI GLI ACCADIMENTI DEL MONDO NON SONO TUTTO ..."
Sembrerebbero a prima vista delle frasi ovvie...
Invece ci sono riflessioni lunghe e profonde dietro...
Martin Heidegger diceva che "dietro l'ovvio e' sospeso l'abisso della verita' "...
OGGI IO MI SENTO COME WITTGENSTEIN
SOSPESO TRA I DUBBI SCETTICI E UNA FEDE MISTICA ...
NON CREDIATE CHE UN VESCOVO ABBIA UNA FEDE CIECA...
IL VESCOVO e' UN UOMO IN RICERCA di DIO come OGNI UOMO...
In lui convivono la fede e il dubbio, l'uomo credente e l'uomo che non crede.... come diceva anche il Cardinale Carlo Maria Martini...
NON VI SONO FEDI FACILI E RICETTE PRECONFEZIONATE...
IL CLERICALISMO CI HA ABITUATI ALLA FEDE DI APPARTENENZA E IL FIDELISMO, CIOE' L'ATTEGGIAMENTO SUPINO DEI FEDELI HA FATTO IL RESTO...
IMMAGINANDO SOLO CERTEZZE E PACIFICHE EVIDENZE...
Ma i fatti stessi della vita vanno da un'altra parte...
Un passo della Scrittura ci dice
"Un abisso chiama l'abisso...
La notte alla notte chiede consiglio?..."
Indicandoci il mistero assoluto...
Come noi ne veniamo a capo?!
UN VESCOVO NON E' L'UOMO DEI DOGMI SAREBBE MOLTO COMODO...
EGLI CERCA SEMPRE E CONFIDA nel SIGNORE...
OGGI VORREI RILEGGERE IN QUESTA DOMENICA di QUARESIMA IL TESTO DEL LIBRO di GIOBBE...
DOVE LA SVENTURA SI ABBATTE SU DI LUI...
( Simone Weil diceva che "la vita e' impossibile ma soltanto la sventura lo rivela..." significando che la vita cammmina sopra lo stesso abisso della sventura che ci annienta e ci riduce a nulla...)
TUTTA LA SUA FAMIGLIA E' DISTRUTTA E LUI E' CADUTO MALATO...
TUTTI GLI AMICI E PARENTI LO ESORTANO A IMPRECARE CONTRO IL CIELO E CONTRO DIO E POI MORIRE...
MA GIOBBE PROSTRATO DAL DOLORE ALZA IL SUO SGUARDO IN ALTO VERSO DIO E DICE...
"IL SIGNORE HA DATO
IL SIGNORE HA TOLTO
SIA BENEDETTO IL NOME DEL SIGNORE!.." (cfr. Libro di Giobbe )
LA BENEDIZIONE DI GIOBBE A DIO NONOSTANTE IL MALE...
E DIO LO RIBENEDIRA'...
OGGI RILEGGO INFINE IL SALMO 50 CHE DAVIDE COMPONE QUANDO E' OPPRESSO DALLA SUA COLPA PER LA MORTE DEL FIGLIOLETTO AVUTO CON BETSABEA di cui FECE UCCIDERE IL MARITO PER POTERLA POSSEDERE...
COLPA E CASTIGO...
PECCATO E MORTE
PIANTO E LAMENTO
PERDONO E PIANTO
PIANTO E LACRIME di GIOIA...
"Il Signore consola i cuori affranti e fascia le ferite... Il Signore guarisce i contriti di cuore..."
OGGI CANTIAMO
"MISERERE MEI DEUS SECUNDUM MAGNAM MISERICORDIAM TUAM!"
Pieta' di me o Dio secondo la tua misericordia (amore di tenerezza)...
"CIO' CHE E' MALE AI TUOI OCCHI IO L'HO FATTO...
MA TU MI PURIFICHI CON ISSOPO E NELL'INTIMO MI INSEGNI LA SAPIENZA..."
IL NUOVO FIGLIO CHE SARA' DATO A DAVIDE SARA' SALOMONE...
IL SAPIENTE...
(Cfr. I e II Libro di Samuele )
MISERERE MEI
Alla fine sara' Lui a costruire il Tempio di Gerusalemme...
"Dalla pietra scartata dai costruttori viene la testata d'angolo!"... (Salmo )
Scartato e' l'errore, il difetto, vero o presunto, il non perfetto, la colpa e il peccato, cio' che non ha forza in se'... ma la trova nello sguardo di Dio che lo ricolloca sopra la testata del Tempio...
Dio trasforma il peccato nella sua grazia...
OGGI RILEGGO, RILEGGIAMO INSIEME IL SALMO e IL MISERERE...
La gioia e il pentimento.
Tutto e' dono. (Giobbe e George Bernanos)
Tutto.
Amen
+ Giovanni
Episcopus indignus
Milano, 8 marzo 2015