A sua Eccellenza Mons. Nunzio
Galantino
Segretario generale della CEI
Via
Aurelia, 468 - 00165 Roma
Tel. 06/66398457 - Fax 06/6639840
Eccellenza,
ho letto l’intervista su il fatto
quotidiano, da lei rilasciata tempestivamente, a ridosso della prima seduta al
senato della futura ed eventuale legislazione in materia di diritti civili. Mi
colpiva la sua affermazione che qui riporto integralmente: Sarebbe opportuno interpellare le famiglie per recepire quello che la
gente chiede e, con il massimo rispetto per i diritti di ognuno, evitare di
mettere in secondo piano i diritti delle famiglie, padre, madre e figli”. Visto
e conclamato il fatto, che la proposta è stata votata anche dai senatori
regolarmente sposati e appartenenti all’area cattolica, questo mi fa pensare a
una prima risposta alla sua domanda ,che cosa ne pensano alcuni cattolici,
anche molto praticanti.
Di seguito mi sono permesso,
sapendo di farle cosa gradita, di
trasmetterle una indagine dell’ISTAT, redatta il 19 maggio
2012,attinente alla sua richiesta conoscitiva.
Con stima
+Mario Metodio
Ausiliare Diocesi Antico Cattolica
INDAGINE ISTAT: GLI ITALIANI? MENO
OMOFOBI DI QUANTO SI CREDA
Gli italiani sono più avanti dei politici che la governano: sembra
essere questo il risultato sorprendente dell’Indagine Istat su “La
popolazione omosessuale nella società italiana”.
L’omosessualità è un campo che ad oggi risulta poco sondato dalla
statistica, vuoi perché ritenuto fino a non molti anni fa un tema “tabù” (basti
ricordare le accuse di depravazione rivolte ad Alfred Kinsey per i suoi studi sulla sessualità
negli anni 50) ma anche per l’effettiva difficoltà di creare le condizioni
affinché gli intervistati dicano quello che effettivamente pensano.
Per questi motivi l’indagine Istat resa pubblica il 17 maggio, in
occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, stupisce per la cura
e il dettaglio con cui approccia il tema: mai, in Italia, Istat si era spinto a
indagare una questione così spinosa, e dalla lettura dei risultati viene
da pensare che il dibattito politico non potrà non esserne influenzato.
Dalle analisi emerge come il 61%
degli italiani ritiene che gli omosessuali siano discriminati, percentuale che
cresce all’80% quando si parla invece di transessuali; per tre quarti
degli italiani l’omosessualità non è una malattia, non è immorale e non
costituisce una minaccia per la famiglia.
Se il 94% degli intervistati
ritiene accettabile che una coppia eterosessuale passeggi per strada tenendosi
per mano e possa baciarsi in pubblico, tuttavia tale percentuale scende al 55%
quando si parla di una coppia di donne e al 52% per le coppie di uomini. Una
differenza notevole, che dà conto di come il senso comune abbia ancora molta
strada da fare prima di arrivare alla sensibilità di altri paesi europei.
Il 66% è d’accordo con
l’affermazione “Si può amare una persona dell’altro sesso oppure una dello
stesso sesso: l’importante è amare” e il 59% degli italiani considera
“accettabile” una relazione “affettiva e sessuale” di tipo omosessuale.
Un dato interessante è che il 63%
degli italiani ritiene che sia giusto “che una coppia di omosessuali che
convive, pur non sposandosi, possa avere per legge gli stessi diritti di una
coppia sposata” e il 44% è favorevole anche al fatto che queste coppie possano
sposarsi. Netta, invece, è la chiusura all’ipotesi delle adozioni. Il
clima sembra insomma maturo per l’introduzione di forme di unione civile aperte
anche alle coppie gay, un po’ meno per dei veri e propri matrimoni. Si tratta
di dati che risentono moltissimo della distribuzione per età e per area
geografica, come si può vedere da questi grafici:
La spaccatura generazionale è
evidente: le prime tre classi, corrispondenti alle fasce d’età dai 18 ai 55
anni, hanno percentuali simili, con il 67% di favorevoli alla parità di diritti
delle coppie omosessuali e il 50% di favorevoli ai matrimoni omosessuali;
completamente diverse sono le posizioni dei 55-64enni (56% e 34%) e dei
65-74enni (48 e 23%).
Il dato territoriale, inoltre,
pone in evidenza una maggiore apertura nelle regioni del centro (72 e 53%) e un
atteggiamento più ostile nelle regioni del sud e delle isole (51 e 34%):
L’identikit dell’omofobo che
emerge da queste come da altre domande è quello di una persona anziana che vive
al sud o nelle isole; ma c’è anche un altro tratto che influenza le opinioni in
materia ed è, non sorprendentemente, il sesso.
In tutte le domande poste,
infatti, le donne tendono a mostrare una maggiore apertura verso gli
omosessuali, apertura che è leggermente inferiore fra gli uomini; ad esempio,
solo il 56% degli uomini, contro il 63% delle donne, ritiene accettabile una
relazione affettiva e sessuale di tipo omosessuale; analogamente, sono più
accentuate fra gli uomini posizioni omofobe che tendono a considerare
l’omosessualità una malattia (28 contro 23%), immorale (30 contro 24%) o come
una minaccia per la famiglia (28 contro 23%).
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