DISCORSO SUL
MONTE DEGLI ULIVI
Marco 13,14-37
Mai come oggi questa Parola è attuale, profetica ,escatologica.
Voglio invitare tutti a riflettere su questa pericope
evangelica, perché qui troviamo la radice profonda del nostro andare alla
deriva, come ministri come cristiani come credenti, come umanità. Abbiamo in
tutti i modi, permesso al principe di questo mondo di entrare nella casa del
Signore .Molti pensano di parlare in nome di Dio ,ma dai loro frutti si capisce
che hanno sposato un dio idolatrico ,un dio che non può salvare ne portare
salvezza. Solo questa Parola, che è
buona novella ci salverà, perché Cristo ha già vinto.
Ed essendo lui uscito dal tempio gli dice uno dei suoi
discepoli: Maestro, guarda quali pietre e quali costruzioni!
Coloro che frequentano
con Gesù la casa del Signore sono tentati di osservare ogni sua grandezza
e magnificenza. E non è certo questa una prerogativa del popolo eletto; perché
da sempre l’uomo, in ogni parte del mondo, ha cercato di erigere alla divinità tempi
bellissimi e imponenti. E’ una costante nella storia e non conosce sosta ed
interruzione se non ai nostri tempi, dove il sentimento religioso si è
notevolmente affievolito.
Gli Ebrei, piccolo
popolo, hanno voluto innalzare a Javè un tempio unico che attestasse l’unicità
del loro Dio. Il tempio di Gerusalemme era considerato una delle sette
meraviglie del mondo e poteva ben gareggiare con le costruzioni delle grandi
potenze dell’antichità. Ancor oggi molti cristiani vedono innanzitutto le
chiese come scrigni preziosi di opere d’arte. Molto si dice e molto si fa per
le chiese: più per le strutture in pietra che per l’edificio spirituale.
2 E Gesù gli disse: Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà
affatto lasciata qui pietra su pietra che non sia distrutta.
L’entusiasmo e la
meraviglia per tanto splendore materiale vengono subito raffreddati da Gesù.
Ciò che appare sotto gli occhi ed è concretamente tangibile è destinato a
perire. Non è questo il tempio di Dio che dura in eterno.
3 Ed essendo lui seduto sul monte degli Ulivi di fronte al
tempio lo interrogava in disparte Pietro e Giacomo e Giovanni ed Andrea:
Le parole di Gesù sono
già giunte alle orecchie dell’intero gruppo degli apostoli e hanno
suscitato viva impressione ed un desiderio di intendere meglio e di
saperne di più. E quando Gesù le spara grosse non è bene fare un pubblico
interrogatorio, ma è meglio sia chiamato in disparte dai discepoli più stimati.
Siano loro a fare delle domande, senza apparire indiscreti.
4 Di’ a noi:
Non perché siamo
migliori dagli altri ma perché possiamo garantirti che nessun pettegolezzo
uscirà dalla nostra bocca ed ogni cosa resterà in famiglia.
quando saranno queste cose e quale il segno quando staranno per
compiersi tutte queste cose?
Se il tempio di
Gerusalemme è destinato alla distruzione materiale, giova sapere quando avverrà
tutto questo e quali segni premonitori saranno dati. Una cosa gli apostoli
mettono subito in chiaro con Gesù: non sono spinti da banale curiosità, ma ben
hanno compreso l’importanza e la serietà dell’evento che non può e non deve
cogliere gli animi impreparati. E’ del tutto giustificato l’interesse per il
quando e per i segni che saranno dati: i discepoli vogliono essere trovati
pronti e non come coloro che dormono nel sonno della morte.
5 Allora Gesù cominciò a dire a loro: Guardate che qualcuno non
vi inganni; 6 molti verranno nel mio nome dicendo: Io sono, e molti
inganneranno.
Se i discepoli non
vogliono trovarsi impreparati di fronte all’evento, prima ancora di sapere il
quando, giova vengano istruiti riguardo ai modi e ai tempi dell’attesa. Molte
insidie e pericoli ci separano dal grande giorno. Innanzitutto c’è l’inganno
che viene dagli uomini. Perché molti verranno nel nome di Gesù, proclamando
falsamente il nome di Dio. Nel momento stesso in cui affermano il nome di Dio
(Io sono ), ecco, la loro trappola è già scattata e molti ne ha presi.
Una considerazione è
d’obbligo: quando si parla di perdizione e di ciò che ad essa conduce,
l’accento cade solitamente sul peccato dei singoli e sulla cultura e mentalità
che ad esso conducono. Ma qui l’inganno primo è dipinto a vivi colori in carne
ed ossa e porta il nome dell’uomo. Di quale uomo? Di colui che appare peccatore
o al contrario di colui che appare come profeta dell’Altissimo? Come all’inizio
così alla fine: Satana ingannerà gli
uomini presentandosi come angelo di luce. Non c’è migliore modo di fare caccia
che addormentare le prede con lusinghe e false adulazioni riguardo al bene.
E tutto questo sarà fatto da uomini che parlano in nome di Dio. Prima ancora di
premunirci contro coloro che bestemmiano il nome del Signore dobbiamo stare in
guardia da coloro che parlano in Suo nome, vantando una conoscenza ed
un’amicizia con Dio false ed ingannevoli. E’ un dato ed un fatto indiscutibili:
l’inganno passa innanzitutto per bocca dell’uomo: e non si tratta di pochi o di
alcuni, ma dei molti. Molti verranno… e molti inganneranno.
Non si deve pensare ad
un modo di vedere alquanto malizioso nel confronto degli altri ( dei preti
innanzitutto ) e neppure di un facile giudizio sulle masse: è parola di Gesù.
Possiamo anche credere
nella buona fede di coloro che sono nella chiesa, nella loro sincerità ed
onestà: non sembra che il Cristo sia così largo di manica.
7 Quando però udrete guerre e rumori di guerre, non turbatevi: è
necessario accada, ma non sarà ancora la fine.
Dopo
l’inganno portato avanti dal Satana nelle sembianze dell’uomo di Dio, ecco le
conseguenze estreme e ben visibili del peccato. Cos’altro è la guerra se non il
prodotto più alto, più concreto ed indiscutibile del peccato? Perché Gesù
distingue tra l’udire guerre e rumori di guerre? Ci sono guerre già in atto ed
altre il cui rumore è nell’aria. E’ una fatale necessità della storia,
perché il peccato deve manifestarsi nelle sue forme estreme, non solo per bocca
dei falsi profeti, ma anche per le mani dell’uomo. Non
turbatevi! E
come è possibile questo se non per chi ha intelligenza del peccato? Chi
conosce l’uomo, a cominciare da se stesso, sa bene che non può finire
diversamente, e che non ci sarà vittoria piena del bene sul male se non quando
questo avrà portato al culmine l’opera sua. Ma quale più precisamente il tempo?
Non ha importanza sapere quando: giova sapere che avverrà di necessità
assoluta. Ma non sarà ancora la fine.
8 Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno,
ci saranno terremoti in vari luoghi, ci saranno carestie:
Verrà meno ogni rapporto
pacifico dell’uomo con l’uomo. Sarà scossa ogni stabilità di questo mondo e la
terra non darà più i suoi frutti: nazione contro nazione, terra e natura contro
ogni uomo. Nessuna amicizia sarà più trovata dalle creature di Dio, né
con i propri simili e neppure con quel creato che è stato posto al suo
servizio. E tutto questo non verrà all’improvviso, ma in un crescendo progressivo
e necessario. Guerre, terremoti, carestie non sono un novità: la novità
va trovata nell’aggravarsi della situazione e nella ineluttabilità della fine.
l’inizio delle doglie saranno queste cose.
In un quadro così
drammatico e tragico, ecco uno spiraglio di luce in controtendenza con lo
spirito del discorso. Perché da tutti è risaputo che ogni parto è preceduto non
solo dalle doglie, ma anche da una grande attesa e da una speranza per l’uomo
che verrà alla luce. Dobbiamo dunque rattristarci perché l’ora è vicina? Niente
affatto! La vita nuova è alle porte. Se è sicura la fine di questo mondo, è
altrettanto sicuro l’avvento di un altro. E’ già stato concepito e i segni di
disfacimento dell’esistenza in atto, benché dolorosi, preannunciano la nascita
ad altra vita.
9 Ma guardate a voi stessi:
La fine di questo tempo
non ci vedrà semplicemente spettatori inermi e passivi, al contrario saremo
testimoni in prima persona della vita nuova che è alle porte. Pensiamo dunque
ai fatti nostri ed al nostro bene. E’ già in atto una grande chiamata dei figli
di Dio, perché annuncino al mondo perduto la venuta di Cristo Salvatore. Ma non
avverrà in maniera pacifica e senza spargimento di sangue.
vi consegneranno nei sinedri e nelle sinagoghe sarete percossi
Cosa
accadrà innanzitutto ai discepoli? Saranno perseguitati dalla società, a
cominciare da quella religiosa. Quando si parla di persecuzioni, il pensiero
corre subito all’ostilità che i cristiani troveranno da parte dell’impero. In
molti casi si arriverà alla violenza e alla soppressione fisica. Ma questo va
visto piuttosto in quanto segue: e starete davanti a governatori e re a
causa di me a testimonianza per loro.
Vi è innanzitutto una
persecuzione che è fatta all’interno della comunità dei credenti e non necessariamente
in forma aperta, ma più spesso in forma velata e nascosta. Cosa vuol dire
essere consegnati nei sinedri? Vuol dire essere messi sotto osservazione dalla
comunità dei fedeli, in quanto portatori di una speranza diversa e per questo
sospetta e degna di indagine e di giudizio.
Non sempre si è cacciati
fuori come eretici, più spesso si è tenuti all’interno come membri malati
e degni di esame e correzione. E questa è una prova ed una grande
sofferenza, quando la comunità tende ad escluderti dal suo grembo in quanto
eccezione e modello negativo, da cui bisogna stare in guardia. Sotto le
parvenze di una falsa carità vi è chiusura al dono di Dio.
L’eretico molte volte si
trova in una posizione diversa: è lui che rigetta la chiesa e si fa suo
giudice e la condanna alla perdizione. Non ogni giudizio degli uomini di chiesa
va rigettato, ma soltanto quello che viene dal rifiuto di Cristo e dalla
durezza di cuore di fronte all’opera dello Spirito Santo.
Si può essere
perseguitati dalla chiesa a vario titolo: perché si fa il male e perché si fa
il bene. Va rigettata come peccato e come una colpa ogni violenza fisica e
psichica che si ponga contro la libertà di coscienza. Non si può andare oltre
la condanna verbale e formale.
e nelle sinagoghe sarete percossi.
Va inteso innanzitutto
in senso spirituale. Se è accaduto anche in senso materiale, il discorso deve
essere circoscritto ad una certa epoca storica: oggi non sarebbe più attuale.
Rimane e rimarrà fino alla fine l’emarginazione dei figli della luce da parte dei
figli delle tenebre.
10 E a tutte le nazioni per primo è necessario annunciare la
buona notizia.
In un quadro così
desolante di totale distruzione ed annientamento di ogni forma di verità e
giustizia, la Parola di Dio manifesta la sua necessaria priorità rispetto a
tutto il resto. Tutto verrà meno, ma non deve venire meno l’annuncio della
Parola. Solo in questo modo nelle tenebre del mondo potrà risplendere fino alla
fine la luce che indica la via della salvezza.
Dio permetterà una
simile desolazione, ma non lascerà l’umanità senza speranza e questa speranza
passa attraverso le vie dell’annuncio del Vangelo.
11 E quando vi condurranno consegnandovi, non preoccupatevi di
cosa dire, ma ciò che sarà a dato a voi in quell’ora questo dite; infatti non
siete voi i parlanti ma lo Spirito Santo.
Dio stesso si farà
garante della sua Parola per bocca degli apostoli. Perché non sarà l’uomo a
parlare, ma lo Spirito Santo. L’annuncio del Vangelo interessa
soprattutto il Signore e deve essere bandita dai suoi messaggeri ogni
preoccupazione riguardo al cosa dire. Vi è una divina ispirazione della Parola
che esce dalla bocca degli apostoli che non può essere messa in discussione.
Nessuna premeditazione o costruzione artificiosa del pensiero per trascinare
nell’inganno, ma la semplice ripetizione di ciò che viene messo sulla bocca da
Dio stesso.
12 E il fratello consegnerà a morte il fratello ed il padre il
figlio e sorgeranno i figli contro i genitori e li faranno morire; e sarete
odiati da tutti a causa del mio nome; ma l’avente resistito fino alla fine
questi sarà salvato.
La Parola che è data da
Dio per radunare intorno a Cristo Salvatore non farà alcuna violenza alla
libertà creata. Perché se da un lato unirà per la vita eterna, dall’altro
dividerà per la dannazione eterna. In una stessa famiglia si farà il giudizio
dell’uno verso l’altro o degli uni verso gli altri: l’annuncio, che è vita,
sarà inteso come un annuncio di morte e si prenderanno le dovute distanze ed i
necessari provvedimenti. Non si dovrà arrivare necessariamente ad una
soppressione fisica. Si consegna a morte l’altro e si fanno morire gli altri
quando le speranze riguardo alla vita si trovano su piani diametralmente
opposti e contrari.
e sarete odiati da tutti a causa del mio nome
Cosa devono dunque aspettarsi
dagli altri i discepoli che annunciano il nome di Cristo? Una condanna a morte
in famiglia e l’odio da parte di tutti.
ma l’avente resistito fino alla fine questi sarà salvato.
Non si giunge a salvezza
senza perseveranza e non si arriva alla vittoria finale senza una costante e
tenace resistenza. Perché il Satana farà guerra su tutti fronti, su quello
interno ( famiglia ) e su quelli esterni ( tutti ).
14 Quando poi vedrete l’abominio della desolazione stare dove
non bisogna,
Abominio della desolazione è l’idolo figura del Satana. Quando
il Diavolo avrà messo piede nella stessa casa di Dio…
il leggente capisca,
Non c’è bisogno di tante
spiegazioni: capisca chi legge quello che si vuole dire.
15 chi è sul tetto non scenda né entri a prendere qualcosa dalla
sua casa,
Chi è trovato sulla
parte più alta della sua casa, già proiettato verso il cielo, non venga giù né
ritorni a prendere qualcosa dalla sua dimora terrena. Niente di questa vita
porteremo in cielo e di nulla abbiamo bisogno per andare incontro al Signore se
non della fede.
16 e chi è nel campo non ritorni indietro a prendere il suo
mantello
Chi ormai è in campo o
in ballo per la salvezza non torni indietro a prendere il suo vecchio mantello.
Alla luce del Dio che viene non c’è nulla da coprire e da nascondere.
17 Guai alle donne aventi in ventre ed alle allattanti in quei
giorni.
Guai alle donne che
devono partorire a questa vita quando già si affaccia quella eterna. Così pure
chi allatta vedrà strappato il frutto del suo grembo. Felici coloro che
sono ormai liberi e sciolti dal travaglio e dalle aspettative di una
generazione terrena!
18 Pregate affinché non venga d’inverno.
C’è un solo inverno che
può cadere nello stesso tempo in tutte le parti del mondo: è quello del cuore.
Preghiamo per non essere trovati spiritualmente impreparati e vestiti alla
leggera in modo inadeguato.
19 Saranno infatti quei giorni una tribolazione quale non ci fu
simile dall’inizio della creazione che Dio creò fino ad ora e non vi sarà
affatto.
Se la vita fin dall’inizio
è una continua tribolazione, l’ultima non avrà confronto o paragone.
20 E se non abbreviasse il Signore i giorni non si salverebbe
nessuna carne;
Come può Dio abbreviare
i giorni se non rafforzando il cuore dell’uomo? Il tempo è breve o lungo
a seconda di come veniamo da esso trovati.
ma a causa degli eletti che elesse abbrevierà i giorni.
Per gli eletti i giorni
della tribolazione saranno fatti brevi. Non per tutti dunque, ma soltanto per
coloro che sono di Cristo. Per quelli che non credono ogni tribolazione appare
senza fine. Quanto più l’ultima e la più grande!
21 E allora se qualcuno vi dice: Guarda qui è il Cristo, guarda
è là, non credete.
Il tempo dell’attesa
finale, benché fatto breve, non sarà senza inganno. Il Satana moltiplicherà le
sue macchinazioni ed allora più che mai si rivestirà di luce. Non di un
qualsiasi angelo, ma di quello che ha nome di Gesù Salvatore. E porrà il nome
dell’Altissimo sulla bocca degli uomini perché s’ingannino l’un l’altro.
Attenti dunque a non
rincorrere un Cristo a portata di mano ed alla vista di ognuno, creazione
dell’uomo traviato dal Satana. Il moltiplicarsi di visioni e di visionari non è
certo di buon auspicio. Peggio ancora quando molti ci vanno dietro e fanno
propaganda.
22 Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e daranno
segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti.
Non ci sono soltanto
coloro che vedono il Cristo là dove non è, ci sono anche gli uomini che si
fanno passare per Salvatori come Gesù o per profeti che parlano in Suo nome. E
faranno segni e prodigi, per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.
Intendi rettamente: non è da reputare un assurdo l’inganno di chi è eletto; al
contrario è una reale possibilità che va considerata seriamente. Fino alla
venuta ultima del Figlio di Dio, Satana ha un potere su ogni uomo, anche su chi
è nel novero dei redenti. Non c’è elezione che non debba essere custodita fino
alla fine e salvata dalle insidie del Maligno. Se possibile, quando gli sarà
permesso, il Diavolo ingannerà anche gli eletti.
23 Voi però guardatevene bene: ho predetto a voi tutte le cose.
Stato di massima allerta
dunque per ognuno che crede: Gesù ci ha predetto chiaramente ogni cosa.
24 Ma in quei giorni dopo quella tribolazione il sole si
oscurerà, e la luna non darà il suo splendore, 25 e gli astri saranno cadenti
dal cielo, e le potenze nei cieli saranno scosse.
Prima dell’instaurazione
di cieli nuovi e terra nuova ci sarà il disfacimento del mondo attuale ad opera
non del Maligno, ma di Colui che ne è Signore e presiede ad ogni sua
operazione.
Innanzitutto verrà meno
la luce del sole che alimenta ogni vita creata, poi anche la luna perderà il
suo splendore e gli astri fissi nella volta celeste cadranno e saranno
sconvolte quelle potenze o forze che garantiscono la loro stabilità.
26 E allora vedranno il figlio dell’uomo veniente in nubi con
molta potenza e gloria.
Dopo il crollo di questo
mondo, ecco ogni carne vedrà il figlio di Dio, fattosi figlio dell’uomo
che viene nelle nubi con molta potenza e gloria. Dopo l’ignominia della
croce, ecco il volto vincitore di Cristo. Non sarà ancora la visione eterna,
riservata agli eletti, ma la manifestazione terrena di una gloria e di una
potenza che scendono dal cielo.
Vedranno soltanto coloro
che saranno in quel tempo sulla terra? Ci sembra che la parola “vedranno”,
senza soggetto, lasci intendere la totalità degli uomini, che spettatori
diretti od indiretti della morte del Cristo, prima del giorno del giudizio
finale vedranno il volto vittorioso e trionfante di Gesù e conosceranno
la sua potenza sul mondo intero ed una gloria senza limiti o confini.
Anche i dannati vedranno quale gloria, non con gli occhi dello Spirito, ma con
gli occhi di quella carne nella cui luce hanno confidato. Dopo di questo ogni
loro storia sarà finita e non avrà più importanza alcuna per Dio. Il futuro è
soltanto per gli eletti.
27 E allora invierà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai
quattro venti dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
28 Dal fico imparate la parabola. Quando già il suo ramo diventa
tenero e germina la foglie, conoscete che l’estate è vicina; 29 così anche voi,
quando vedrete queste cose accadenti, conoscete che è vicino sulle porte. 30
Amen dico a voi che non passerà affatto questa generazione prima che queste
cose tutte avvengano.
Qual è questa
generazione che non passerà affatto prima che avvengano tutte queste cose? Non
una generazione in particolare tra le altre, ma quell’unica che è nata dal
peccato di Adamo. La generazione di oggi ( questa ) è uguale alla generazione
di ieri e a quella di domani. In altre parole, la fine del mondo vedrà ancora
la terra abitata dai figli di Adamo. Una generazione diversa sarà fatta per un
mondo diverso. Per tutto il tempo dell’esistenza umana si deve parlare di
un’unica malvagia generazione.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Per confermare la
veridicità di quanto detto Gesù aggiunge che la propria parola non conosce
possibilità di cambiamento. Quel che è detto oggi vale per sempre. Quello che è
profetizzato in un tempo si avvererà a suo tempo di necessità assoluta. La
sorte finale dell’uomo è già realtà presso Dio. Nessuno pensi che
qualcosa possa cambiare il disegno eterno di Dio: più semplicemente sarà
portato a termine a tempo opportuno. Quale tempo? Non importa sapere il
quando, ci basti sapere il come.
32 Circa poi quel giorno o l’ora nessuno sa, né gli angeli in
cielo né il Figlio, se non il Padre.
Com’è
possibile che neppure il Figlio conosca quel giorno? Si tratta evidentemente di
un paradosso per significare che il Figlio ogni cosa ha rimesso nelle mani del
Padre e niente vuol sapere se non quello che vuole il Padre.
33 Guardate, vegliate; non conoscete infatti quando è il tempo.
Come dobbiamo dunque
aspettare l’ultima ora? Stando sempre in guardia dal Maligno e non lasciandoci
prendere dal sonno.
34 Come un uomo partito per un viaggio, avendo lasciato la sua
casa e dato ai suoi servi la potestà a ciascuno la sua opera ed al portinaio
comandò di vigilare.
Chi è mai quest’uomo se
non il Padre stesso? Dopo aver messo la propria dimora nel cuore dell’uomo, da
esso ne è stato cacciato. Per questo ha dato ad ogni servo suo potestà sulla
propria vita ed un’opera da compiere. La libertà donata da Dio all’uomo è
frutto del rifiuto da parte di Adamo di una libera sottomissione al suo
Creatore. Quando il padrone è lasciato fuori il servo diventa responsabile del
proprio operato e verrà il giorno del rendiconto finale.
Una porta aperta
all’opera del Maligno, non per questo si può dire incustodita. Il Padre non ci
ha abbandonati a noi stessi, ma ha posto accanto a noi il Figlio suo perché
custodisca i nostri passi, sia luce nelle tenebre, sentinella di fronte al
nemico. Se noi vigiliamo, Cristo è vigile in noi. Vi è sulla terra una presenza
preziosa che è quella del Figlio, senza il quale nessuna garanzia di
perseveranza nella fede possiamo dare al Padre.
35 Vegliate dunque; non sapete infatti quando il padrone della
casa verrà, o alla sera o a metà notte o al canto del gallo o al mattino, 36
affinchè giungendo all’improvviso non vi trovi dormienti.
Vegliamo dunque, in
Cristo e per Cristo! Perché non sappiamo quando verrà il padrone della casa:
non il giorno e neppure l’ora. Se non è noto il giorno della venuta è tuttavia
certa la sua necessità.
Perché
la vita è frutto di un furto e di uno scippo fatto al suo legittimo
proprietario: prima o poi il padrone verrà a riprendersi ciò che gli appartiene
e vorrà mettere in chiaro ogni cosa e ristabilire il proprio regno e trovare la
giusta sistemazione e retribuzione per ogni creatura.
37 Ciò che poi dico a voi lo dico a tutti: vegliate!
Ciò che è detto agli
apostoli è detto a tutti gli uomini: Vivete nell’attesa della restaurazione
finale di tutte le cose: una vita non stabile prima o poi verrà ristabilita.
E non pensate che il
problema possa interessare soltanto una generazione, ma è proprio di ogni
generazione.
Vi preoccupate della
venuta finale del Figlio dell’uomo? E non pensate che il giudizio di Dio è
sempre alle porte? Chi può sfuggire alla propria morte e chi conosce quale
momento?
Per il Figlio di Dio la
sua venuta ultima può anche essere collocata in un futuro non conosciuto e non
conoscibile, ma per quel che ci riguarda il giorno ultimo è sempre
vicino.
Questo in definitiva
giova sapere: la vita è breve ed improvvisa viene la sua rovina . State
attaccati al Cristo e non ci sarà per voi alcun male, ma ogni bene.
Il Signore, dal monte degli ulivi ci ha detto
tutto, ci ha indicato la strada e ci ha insegnato a fare discernimento. Non
cerchiamo altrove quello che già abbiamo in pienezza, in questa Parola di
verità e bellezza.
+Padre Mario Metodio.
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