lunedì 19 dicembre 2011

Gli auguri del clero diocesano all'Arcivescovo per l'anniversario di Consacrazione Episcopale

Nel corso della solenne Divina Liturgia in ricordo del V anniversario di Consacrazione Episcopale del nostro Arcivescovo e Primate, il Cancelliere Arcivescovile, mons. Mario Metodio Cirigliano, a nome del clero diocesano ha pronunciato questo discorso:



Eminenza Reverendissima,
correva l’anno del Signore 2006,quando il giorno 14 dicembre,veniva consacrato vescovo nella,nella chiesa di Bergamo, dedicata alla Teotokòs, la santissima Madre di Dio,per le mani di Sua Beatitudine Evloghios,al quale va il nostro deferente saluto.
Sono trascorsi cinque anni da quel giorno luminoso e di grazia,dove Lei ha costantemente mantenuto nei gesti e nelle parole,quello spirito di umiltà,di mansuetudine e di profonda paternità. In tante occasioni sia liturgiche che di incontro,lei ci ha sempre insegnato che la passione per il vangelo di Cristo,va coniugata con la passione per la vita,soprattutto per quella vita che non trova nel perbenismo clericale,l’accoglienza,la comprensione e l’amore. Ci ha insegnato a coniugare l’amore alla carità e la carità alla giustizia,poiché non ci può essere esperienza di Dio,quando si cercano appannaggi e scorciatoie. Il signore ,come lei ci testimonia guarda solo alla purezza del cuore,poiché nell’intimo ci insegna la sapienza. Il cammino verso il Signore non è uno sforzo psicologico,perché dio non è il nostro compagno di merenda. Non è neanche una ricerca di consensi,perché chi si fida di Lui non ha nulla da temere.
Probabilmente adesso più che all’ora,percepisce sempre più come il Pastore al quale viene affidato il gregge,non può non sperimentare da una parte la presenza amorevole del Signore e dall’altra la durezza del cuore dei figli ,faticando a comprendere il cammino verso Dio.
Carissimo Padre,
lei vive nell’oggi la stessa esperienza di Gesù,quando a Cafàrnao,percepisce che nei suoi discepoli si adombra la debolezza e la caduta della fede. Ma il Maestro non scende a compromessi con i suoi discepoli,anzi alza la posta in gioco e rilancia la sfida della fede.
In questa divina liturgia abbiamo pregato e sperimentato come solo nell’affidamento totale al Signore si prosegue nel cammino,ricordando a ciascuno di noi, come da soli non possiamo nulla ,con Lui possiamo tutto.
Eminenza,
a nome di tutta la diocesi, dei presbiteri e i candidati in formazione, esprimo con stima riconoscenza e affetto ,la vicinanza e la condivisione del ministero,augurandole di vero cuore di continuare la sua opera pastorale nel segno del Buon Pastore,che è sempre stella splendida e mattutina.

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