LA SANTITÀ E’ DI DIO
Probabilmente,pochi
hanno colto, che il primo
canto che si trova nelle Scritture ha qualcosa in comune con l'ultimo canto
dell'Apocalisse. Non solo il primo canto, ma anche l'ultimo canto nella Bibbia
esalta la santità di Dio. La santità di Dio è spesso descritta sia in Es 15 che
in Ap 15:3-4. "Santo è l'attributo che viene accostato più di ogni altro
al nome di Dio. E nelle sole due occasioni riportate nei testi biblici nelle
quali gli uomini riescono a vedere all'interno della stanza del trono dei cieli
e a contemplare la pienezza della sua gloria, essi sentono cantare dagli angeli
continuamente 'Santo, Santo, Santo è il Signore Dio Onnipotente'" Nei
canti degli angeli, nessun altro attributo divino, viene ripetuto tre volte. Osserviamo che gli
angeli non cantano "Eterno, Eterno, Eterno", o "Misericordioso,
Misericordioso, Misericordioso", oppure "Onnisciente, Onnisciente,
Onnisciente", ma "Santo, Santo, Santo."
La santità di Dio occupa un posto di rilievo nel suo
intero carattere, un posto più centrale di qualsiasi altro attributo di Dio.
"Al giorno d'oggi si è portati a mettere enfasi sull'amore di Dio, ma non
possiamo iniziare ad apprezzarlo come dovremmo se prima non capiamo qualcosa
della sua santità. Il concetto che una persona si fa di Dio determina più di
ogni altra cosa che tipo di vita quella persona vivrà" "Dio è intrinsecamente
sant. Tutto ciò che fa è santo; Egli non potrebbe agire in nessun altro modo;
Dio che fa qualcosa di sbagliato assomiglia al sole che diventa tenebra. Dio è
santo prima di tutto, in maniera trascendentale. La santità proviene e procede
da Lui. "La somma della sua eccellenza morale" è santità
"Egli è assolutamente puro, per nulla lambito
dall'ombra del peccato . La santità è l'eccellenza della natura divina . Così
come la potenza di Dio è all'opposto della debolezza congenita della creatura,
così come la Sua saggezza è totalmente contraria alla mancanza di
ragionevolezza, così la Sua santità si trova in antitesi alla bassezza morale.
Il profeta Abacuc parlando di Dio asserisce "Tu hai gli occhi troppo puri
per vedere il male."
Entriamo nel cuore della scrittura,per
lasciarci ammaestrare e illuminare,per comprendere la santità di Dio ,prima di
ogni,pronunciamento umano.
Iniziamo con una citazione: "La santità di Dio e la Sua natura non sono due cose diverse,
praticamente è la stessa cosa. La santità degli angeli e degli altri servi di
Dio non è che una qualità, ma la santità di Dio è l'essenza di Dio,pertanto,l’attributo
"santo", possiamo essere sicuri merita la massima attenzione.
È interessante notare che la parola "santo"
nella Genesi non compare mai. Una delle prime occorrenze è nel libro
dell'Esodo, capitolo 15, versetto 13: "Tu hai condotto con la tua bontà il
popolo che hai riscattato; l'hai guidato con la tua potenza alla tua santa
dimora."
Al capitolo 15, Dio è lodato da Miriam in questi
termini: "Chi è pari a te fra gli dèi, o SIGNORE? Chi è pari a te,
splendido nella tua santità, tremendo anche a chi ti loda, operatore di
prodigi?" Qualche capitolo prima, troviamo Mosè che deve togliersi i
calzari perché si trovava su di un terreno sacro (Es 3). Pensiamoci un attimo. Oggi, secondo molte persone, sembra che i
pastori facciano di tutto affinché le persone si sentano a proprio agio con
Dio. I servizi di culto, lo stile della musica stesso, le parole che vengono
usate parlando di Dio fanno ormai parte di uno stesso linguaggio che deve
innalzare il livello di confort a tutti i costi. Che differenza con quello che
Dio ha fatto con Mosè! Sembra che le persone oggi adorino un altro dio...
Nel caso di Mosè, Dio non lo fece entrare nella terra
promessa, e non lo mise a suo agio. Dio disse a Mosè che non poteva avvicinarsi
a Dio così com'era. "Così qual sono" in questo caso non era quello
che Dio voleva sentirsi dire da Mosè. Dio disse "Togliti i sandali",
rimuovi la tua contaminazione. Se
vogliamo avvicinarci a Dio, dobbiamo prima liberarci della nostra sporcizia.
Il Sabato è santo, il sacerdozio è santo; varie
offerte e cerimonie simboleggiano la santità o la rimozione dell'impurità.
La santità è simboleggiata ripetutamente nella
costruzione del tabernacolo e nel trasferimento dell'Arca del Patto. Il
tabernacolo è costruito dietro al comando ed alle istruzioni di Dio; si è
servito di vasi santi, di servi santi e di un piano santo. Il risultato è un
luogo riempito di gloria, una gloria inaccessibile. La presenza di Dio nel
tabernacolo e nell'Arca del Patto è così potente che anche quando essa cade da
dove è posta solo toccarla poteva significare morte immediata. É un santuario
santo, non contaminato. Questo ci dice molto riguardo a Dio.
Il Levitico è il libro del canone dove la parola
"santo" è usata più frequentemente. Di volta in volta, per quasi 100
volte,stando agli studiosi biblici, leggiamo che le offerte, parti del
santuario, l'altare, il popolo di Dio, sono tutte cose che devono essere sante.
Ogni volta c'è la necessità di eliminare la sporcizia. In Deuteronomio al
capitolo 7:6 si legge che il popolo di Dio è un popolo santo. Anche Giosuè si
trovava su di un terreno santo (Gs 5:15) quando incontro l'Angelo del Signore.
Anna confessò che Dio era unico nella sua santità (1
Sa 2:2). I salmi contengono tantissime riferimenti alla santità di Dio:
Ha fatto di
Sion un monte santo (2:6; 3:4) · Il Suo tempio è santo (5:7; 11:4) · Il messia
è il suo Santo (16:10) · È considerato il santo (22:3) · I credenti credono nel
suo nome santo (33:21) · Davide non voleva vedersi togliere il Suo Santo
Spirito (51:11) · Dio è il Santo d'Israele (71:22; 78:41; 89:18) · Il braccio
di Dio è santo (98:1) · Il Suo nome è santo (99:3)
Il salmista ci invita a benedire il Suo nome santo con
tutto ciò che c'è dentro di noi (103:1). Dobbiamo rendere gloria al Suo nome
santo (105:3)
Dio è "santo in tutte le sue opere."
(145:17); per questo la santità coinvolge ogni Suo aspetto. La Sua giustizia è
straordinariamente santa, la Sua saggezza è totalmente santa, la Sua potenza è
una potenza santa, e la sua verità è sempre santa. La sua misericordia non va
oltre la Sua santità.
Dio non è inquinato dal male, nel modo più assoluto;
"Così come non c'è oscurità nel Suo comprendere, così non c'è macchia
nella Sua volontà; così come nella Sua mente dimora solo la verità, così il suo
volere non devia affatto da essa. Egli ama ciò che è vero e buono; odia la
falsità e la malignità."
La Sua potenza lo rende potente, la Sua santità lo
rende glorioso." La santità non è nemmeno un qualcosa di cui Dio può
separarsene. È alla base di ciò che Dio è. Dio è santo ab eterno. Mentre la sua
misericordia si è dimostrata dopo la misericordia, Dio è inequivocabilmente santo
già da prima della creazione.
Il profeta ha usato questa parola più di 50 meno;
significa poco meno di una volta per capitolo,stando all’uso del linguaggio
esegetico.
Uno dei tipici passaggi presi dall'Antico Testamento
per illustrare la santità di Dio è Isaia 6. Analizziamolo insieme.
Il profeta ci descrive il contesto. In quell'anno un
re forte e leale muore e viene tolto ad Israele. In un tempo di crisi nazionale
e transizione politica, Isaia riceve una visione del Signore. Vide Dio
esaltato, altissimo e sul trono. Un sovrano potente, la cui regalità riempie il
tempio. Ciò che sta intorno ci parla del Suo essere degno.
Sopra il trono ci sono due serafini, creature
angeliche. Ognuno ha sei ali. Con queste ali si coprono il volto, i piedi,
dalla testa alla punta dei piedi, in modo da simboleggiare la totalità. Due ali
vengono utilizzate per il volo. Questi esseri spirituali non si avvicinano a
Dio con il viso scoperto; la loro naturale contaminazione dev'essere velata.
Nessuno può vedere Dio in faccia e sopravvivere.
Tutti insieme gridano: "Santo, Santo, Santo è il
Signore Onnipotente." La ripetizione è significativa. Normalmente quando
la Bibbia ripete qualcosa, significa che quel qualcosa è importante. Per
esempio, quando Gesù dice, "In verità, in verità ecc." sappiamo che
dobbiamo annotare quello che Gesù dice. Gesù parla seriamente, e desidera che
prestiamo attenzione al messaggio. A volte nella Scrittura abbiamo anche la
ripetizione del nome di un personaggio (Pietro, Pietro). Questo
"elevamento al quadrato", questo raddoppio indica una forte enfasi.
Ma raramente abbiamo l'elevamento alla terza potenza. Qui (ma non solo qui)
"Santo" è al terzo livello, così come lo sono pochissimi altri nomi
nella Bibbia. Dio è tre volte Santo.
Dopo di questo, il tempio si scuote e stride. E
desidero che voi siate sicuri di vedere la risposta di Isaia alla presenza
della santità. Cosa fa Isaia, quando capisce di essere davanti alla Santità?
Non grida e non urla; non si mette a ridere, né si sente orgoglioso di sé.
Anzi, guardate come reagisce e cosa prova.
Isaia dice, "Guai a me, sono perduto! Perché io
sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra
impure." Riconosce la sua inabilità; si sente menomato dal peso della gloria
di Dio, ed anche una cosa semplice come il parlare riflette la condizione del
peccato.
E' disfatto, come disintegrato.
Pure Giobbe, dopo aver avuto a che fare con Dio,
mostrò la stessa risposta. Ha confessato di aver sbagliato e di non aver
compreso. (Gb 42:1-6) Una volta messo a confronto con la santità di Dio, Giobbe
si pente con polvere e cenere.
"Per i peccatori, non esiste un attributo di Dio
più terribile della santità.". Man mano che ci avviciniamo a Dio, il
nostro peccato diventa sempre più chiaro. Sono convinto che il primo passo
verso un più alto livello di santità consiste nel realizzare a pieno la
sconvolgente bassezza del peccato.
Dio scuote il
nostro sistema. Lui ci traumatizza con la santità. Non c'è un altro come lui. È
totalmente differente. Vedete, noi siamo ormai avvezzi al nostro peccato. Ecco
perché quando ci accostiamo alla presenza della vera santità, così come Isaia,
noi siamo disfatti. Ci rendiamo conto di quanto siamo veramente miseri. E
questo Dio, non potrebbe mai essere immaginato da una mente carnale che ama
costantemente essere adulata. Da nessuna altra parte nella religione si
riscontra questa santità, tranne che per rivelazione. Gli uomini peccatori non
sono in grado di realizzare questa nozione.
Ma l'episodio di Isaia ha un proseguimento. Appare
anche la grazia di Dio. Il Dio Santo è anche un Dio di grazia. Ha rifiutato di
lasciare continuare al suo servo la sua lamentela senza un conforto. Si è mosso
immediatamente per la purificazione e la ristorazione dello spirito dell'uomo
[...] In questo divino atto di guarigione, Isaia ha sperimentato un perdono che
andava oltre la purificazione delle sue labbra. È stato mondato completamente,
perdonato totalmente, ma non senza la terribile sofferenza del pentimento. Dio
è il "tuo Redentore, il Santo d'Israele" (Is 41:14, 16, 20) "Io
sono il Signore, il tuo Santo, il Creatore d'Israele, il tuo Re." (43:15)
Nei Vangeli, la maggior parte dei riferimenti a
"Santo" riguarda lo Spirito Santo. Gesù è il "Santo di
Dio." (Ml 1:24) Maria in Luca 1:49, 72 parla della santità di Dio.
Inoltre c'è Matteo 7:6 dove Gesù ci dice di non dare
ai cani ciò che è santo.
(Esempio del Nuovo Testamento: Pietro in Luca 5)
Pietro fa la stessa cosa che ha fatto Isaia, quando si
confronta con la santità di Gesù. Un giorno Pietro ed i suoi compagni di lavoro
tornano da una notte di pesca. Era andata molto male. Gesù, il quale era stato
incontrato da Pietro solo di recente, comanda al pescatore professionista di
andare al largo e lì di pescare.
Pietro reagisce come reagirebbe un chimico se cercassi
di spiegargli come mescolare le sostanze, o come un radiologo se io gli
interpretassi delle lastre, in un modo simile ad un pastore che si sente
spiegare da una persona senza conoscenza biblica come si deve comportare un
pastore. Pietro pensò che sapeva già come si faceva a pescare e che aveva
un'esperienza un po' più importante di quella di Gesù. Però Gesù aveva appena
guarito la sua suocera; Pietro lo stimava grandemente, così lo assecondò.
Non appena lo fa, catturano un'enorme quantità di
pesce, da far affondare la barca. È un miracolo grande, e vorrei che
riflettiate sulla reazione di Pietro. Non dice, "Caspita, è
fantastico", e neppure "Che pescata; posso ritirarmi." La
reazione di Pietro è sorprendente se messa a confronto con la religione
odierna, perché denota un trauma. Luca 5:8 "Simon Pietro, veduto ciò, si
gettò ai piedi di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me, perché sono
un peccatore"." Pietro è consapevole del suo peccato quando si trova
alla presenza del Signore. Questo per
noi è istruttivo.
Questo tipo di Santità si applica agli altri attributi
di Dio.
Cosa comporta il fatto che Dio è Santo? · Definisce la
Sua disposizione morale come opposta alle idee che abbiamo noi. Questo significa
che Dio non è puramente utilitarista, e non è per nulla immorale. Lui dipende
sempre dal suo essere santo; non può non essere santo.
Le reazioni dell'uomo alla santità che abbiamo preso
dalla Bibbia descrivono come dev'essere la nostra attitudine verso Dio
nell'adorazione. Se Dio è santo, un approccio casuale o un'eccesiva e
spensierata familiarità vanno evitate. Noi dobbiamo accostarci in santità. Lo
stile stesso dell'adorazione diventa differente se pensiamo alla sua santità.
Una cosa è la celebrazione; ma non possiamo permettere che essa escluda la
nostra risposta santa al Dio santo.
Ebrei 12:28-29 ci comanda: "Perciò, ricevendo un
regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo a Dio un culto
gradito, con riverenza e timore! Perché il nostro Dio è anche un fuoco
consumante." Questo va applicato ad ogni aspetto della nostra adorazione,
e contraddistingue tali aspetti.
La santità di
Dio chiede una santità in noi. C'è una connessione etica tra questo argomento
ed il modo in cui ci comportiamo. La Scrittura rendere chiaro il collegamento:
"Siate santi, perché io sono santo."
Nemmeno questo particolare è stato originato dal Nuovo
Testamento. Infatti lo si trova per la prima volta in Levitico 11:44-45; poi un
po' più avanti, 19:2 e 20:7. Questa santità è uno standard applicabile sia al
vecchio che al Nuovo Testamento. In ognuno di essi, il nostro comportamento è
radicato nel carattere di Dio.
La parola chiave è "per." C'è un
collegamento tra Dio e le sue aspettative per il Suo popolo. Dobbiamo ricordare
che ogni volta che pecchiamo, noi non facciamo qualcosa di banale. Stiamo
facendo una cosa che Dio odia, e nutrendo un'attitudine che Dio detesta.
Invece, "La santità nel credente non è niente di meno che la conformità all’essenza
propria di Dio "Noi abbiamo bisogno di coltivare nei nostri cuori lo
stesso sentimento che Dio ha del peccato. Sentimento del peccato come peccato,
non come un qualcosa che inquieta e abbatte noi stessi, ma come un qualcosa che
dispiace a Dio, che dimora alla base della vera santità. Noi dobbiamo coltivare
la stessa attitudine di Giuseppe il quale, quando venne tentato, disse, 'Come
potrei fare questo grande male, e peccare contro Dio?'" Inoltre,
"senza santità, è impossibile piacere al Signore."
La santità, se capita, promuove
l'umiltà, non l'orgoglio. Ricordate Pietro in Luca 5. La sua prima reazione è stata quella di
cadere sulle sua ginocchia. Direi che ciò che segnala il conoscere Dio nella
Sua santità, è l'umiltà che porta frutto nella vita.
Dio governa l'universo in santità. È la Sua giustizia
che lo qualifica a governatore del mondo.
Ecco come dovrebbe essere la nostra attitudine:
Isaia 8:13: Sia lui quello per cui provate timore e
paura!
Isaia 12:1-6 ci coinvolge a cantare al Signore nella
luce della Sua gloria
Isaia 17:7-8 ci parla del pentimento delle persone.
Quando esse si pentono e "gli occhi guarderanno al Santo d'Israele,"
esse non ricorreranno all'idolatria.
Isaia 29:22-24: quando le persone riconoscono la
santità di Dio, esse "temeranno grandemente il Dio d'Israele."
La santità è il
grande piano di Dio. Ogni santo diviene una piccola parte del sacro piano di
Dio. Se noi non siamo santi, contraddiciamo il progetto di Dio. "La
santità è l'unica cosa che ci differenzia dalla malvagità del mondo. Nelle
epistole, le Scritture vengono definite sante (Ro 1:2; 2 Ti 3:15) e che noi
dobbiamo presentare i nostri corpi in sacrificio a Dio, come sacrificio
spirituale (Ro 12:1). Lo Spirito Santo è il nostro santificatore, i nostri
corpi sono il tempio dello Spirito Santo (1 Co 6:19). I figli dei credenti sono
considerati santi da Dio (1 Co 7:14) e noi dobbiamo camminare in modo santo ed
irreprensibile (Ef 1:4, Cl 3:12). I credenti ricevono una santa chiamata (2 Ti
2:19); infatti, noi siamo chiamati ad essere una nazione santa (2 Pt 2:9).
Cosa sarebbe Dio se non fosse santo? È ovvio che si
tratterebbe di un idolo immaginario, un dio che non potrebbe esistere. Tuttavia
per una serie di ragioni siamo portati a minimizzare o ad ignorare la santità.
Spesso eleviamo la bontà di Dio al di sopra della sua potenza, o il suo amore
al di sopra della sua giustizia. Gli uomini tendono a preferire quel lato del
carattere divino che rispetto agli altri li fa sentire meno a disagio. Se fosse
per noi, ci piacerebbe definire Dio come esclusivamente "amore", o
almeno in predominanza. Il motivo? Il nostro interesse personale. Ci piace Dio per quello che potrebbe fare
per noi, non per quello che è in realtà.
Tale distorsione, la sottrazione di questo attributo,
trasforma Dio in un idolo, in un Dio falso .La santità di Dio viene lesa in
rappresentazioni di Dio che non hanno valore e che sono un prodotto delle
nostre menti. È comune fra le persone immaginare Dio non come Lui è, ma come ci
piacerebbe che fosse; spogliarlo della sua eccellenza a vantaggio della nostra
tranquillità. Siamo inclini ad immaginarlo così come piace a noi. Se i buoi ed
i leoni avessero mani, e potessero dipingere così come noi, loro disegnerebbero
le immagini dei loro dèi in base ai loro propri gusti ed al loro aspetto."
La santità di Dio viene intaccata quando cerchiamo
delle scuse o cerchiamo di scaricare il nostro peccato su Dio. Le persone
spesso cercano scuse per i loro peccati e tentano di dare la colpa a Dio
La santità di Dio viene indebolita quando gli uomini
costruiscono delle argomentazioni basate sulla santa Parola di Dio per dare
asilo ai loro crimini[oppure] quando le persone chiedono insistentemente a Dio
di aiutarli in un progetto malvagio."
Noi calpestiamo la santità di Dio quando ci accostiamo
all'adorazione impreparati: "Un Dio santo richiede un'adorazione santa; e
se già i nostri migliori riconoscimenti hanno una contaminazione dato che sono
fatti da noi, quanto più sono sconvenevoli sono dei riconoscimenti spenti e
impuri nei confronti di una santità immensa e vivente . Noi disprezziamo,
dunque, la Sua perfezione, quando ci accostiamo senza una dovuta preparazione
così come se Dio stesso fosse impuro , sarebbe come se un qualsiasi sacrificio
impuro fosse abbastanza per Lui . Quando noi non suscitiamo quelle elevate
disposizioni spirituali che sono dovute ad un simile essere, quando pensiamo di
sollevarci dell'impegno con un culto mancante ed imperfetto, noi non lo
adoriamo per l'eccellenza della sua natura, ma manchiamo di rispetto nei
confronti della Sua maestosa santità.
Quando noi accusiamo la legge di Dio di rigidità o
imperfezione, oppure quando noi odiamo la legge di Dio in teoria o in pratica,
noi corrompiamo la Sua santità. Leggendo Abacuc, dobbiamo credere al fatto che
non c'è amicizia tra Dio ed il peccato, le "nature" di entrambi sono
veramente e immutabilmente contrarie tra di loro. La santità è la vita di Dio,
durerà quanto la Sua vita; Egli sarà per sempre estraneo al peccato, non può
che vivere nell'avversione di esso. Se cessasse per un solo istante Dio , di
non provasse ribrezzo per il peccato, sarebbe come cessare di vivere. Per
essere un Dio santo è essenziale per Lui come essere un Dio vivente; e non
sarebbe un Dio vivente ma un dio morto se alla fine dei tempi fosse un Dio non
santo. Non può guardare al peccato senza aborrirlo; non può guardare al peccato,se
il suo cuore non sale contro di esso.
La santità di Dio disapprova la natura dopo la caduta,
ma sorride delle riparazioni fatte dal Vangelo. La santità di Dio unita alla
sua giustizia è terribile per un peccatore colpevole, ma unita alla Sua
misericordia è dolce per il credente pentito. La grazia di Dio è basata sulla
Sua santità. Nella nostra condizione di rottura ci volgiamo al Dio santo e non
siamo delusi. Abbiamo il conforto di sapere che le nostre preghiere ricevono
risposta perché Dio è troppo santo per rattristarci. Lui ci preserva fino
all'ultimo dei giorni, perché Lui è troppo santo per abbandonare le persone una
volta che le ha salvate per grazia.
"Quello che la sua santità domandava è stato
provveduto dalla Sua grazia in Gesù Cristo nostro Signore .La Sua santità si
riscontra nella creazione, nelle Sue opere (Sl 145:17), nella Sua legge (Ro 7:12),
nel Suo disprezzo del peccato, ma più chiaramente - anche se è sorprendente -
alla croce. La redenzione divina nella morte di Gesù ci mostra sia la
perfezione morale di Dio che il suo assoluto odio del peccato. Né tutti i
giudizi che sono stati o che saranno riversati sul mondo malvagio, né ciò che
arde nella coscienza del peccatore, né le irreversibili sentenze pronunciate
contro i demoni ribelli, né i lamenti delle creature dannate, nessuna di queste
cose danno dimostrazione dell'abominio divino nei confronti del peccato quanto
quella data dall'ira che Dio ha permesso fosse sfogata sul Suo Figlio. La
santità divina non era mai apparsa in maniera così meravigliosa ed amorevole
prima di quella volta che l'espressione del nostro Salvatore fu contraddistinta
dall'agonia"Cristo con amore ha acquistato la santità per noi, con il suo
sangue." "Senza la dovuta comprensione della santità di Dio, non
siamo in grado di esaltare Dio nei nostri cuori; e più riusciamo ad avere una
concezione distinta di questa cosa, e del rimanente dei suoi attributi, più lo glorificheremo.
Facciamo di questo il nostro obiettivo, "Signore rendimi santo così come
lo può essere un peccatore perdonato .Non c'è santità senza
combattimento"La felicità per sua natura non può essere un fine ultimo,
dato che cercarla equivale a non riuscire a raggiungerla: 'Colui che troverà la sua
vita la perderà.' Cercare la santità dona felicità, ma non viceversa.
Perciò il comandamento è 'Siate santi,' non 'Siate felici.' Un'altra prova che
la felicità non è il fine ultimo come lo è la santità è il fatto che ci sono
vari tipi di felicità, ma di santità ce
n'è uno sola.
+ Mario Metodio