Il Signore, nella Sua Sapienza non ha voluto
farci conoscere il giorno esatto della nascita del Salvatore e persino l’anno è
incerto.
A seguito a nuove
ricerche e nuovi elementi storici, è stato scoperto l’errore di calcolo
commesso dal monaco Dionigi il Piccolo, quando formulò il primo calendario con
la cronologia cristiana, nel 525 e fissò la data di nascita di Cristo nell’anno
753 dopo la fondazione di Roma. Ma gli studiosi sono in accordo sul fatto che
tale data andrebbe anticipata di alcuni anni e posta intorno al 749-48. In
questo modo la nascita del Cristo si collocherebbe tra il 4 o il 5 a.C., 750
anni circa dopo la fondazione di Roma.
Possiamo dedurre
inoltre, e ritenere con certezza, che Gesù non nacque in inverno poiché i
pastori che vennero avvertiti dagli angeli dell’evento prodigioso della nascita
del Messia dormivano all’aperto: "Ora in quella stessa regione c’erano dei
pastori che dimoravano all’aperto nei campi, e di notte facevano la guardia
alloro gregge" (N.D. Luca 2:8).
Non era certamente
costume dei pastori Israeliti passare la notte all’addiaccio, durante l’inverno
palestinese che è sufficientemente rigido per impedirlo. È appurato che molti
hanno scelto neI 25 dicembre una data convenzionale per ricordare la nascita
del Salvatore. Questo non è da condannare, sebbene ci si renda conto che ciò
non corrisponde alla verità. In ogni caso, il cristiano che riconosce nella Parola
di Dio l’unica fonte di verità, giustizia e bene per la propria anima, si sente
libero dall’osservanza di giorni stabiliti, stagioni ed altre ricorrenze
rituali perché sa che l’esteriorità delle feste soppianta lo spirito che in
origine le ha fatte nascere.
Ecco cosa afferma Gesù
riguardo alle tradizioni:
Matteo 15:3: "Ma
egli rispose loro: "E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio a
motivo della vostra tradizione?
Matteo 15:6: "Così
avete annullato la parola di Dio a motivo della vostra tradizione.
Marco 7:9: "Diceva
loro ancora: "Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per
osservare la tradizione vostra!
Nella Bibbia, le uniche
feste da celebrare, con delle ricorrenze ben precise, si trovano scritte
soltanto ed unicamente nell’Antico Testamento. Tali festività, quali ad
esempio: lI giorno del riposo (Shabbath o sabato); La Pasqua; La festa dei Pani
Azzimi; La Pentecoste; Il Giorno delle Espiazioni; etc.., descritte nel libro
del Levitico al cap. 23, hanno l’unico scopo di presentare figurativamente e
profeticamente la persona e l’opera di Gesù Cristo, ed in Lui soltanto hanno
adempimento. Pertanto una volta adempiuta l’opera ed il ministerio di Cristo
esse non hanno più valore né soprattutto necessità di essere osservate.
L’apostolo Paolo,
scrivendo a tal proposito ai credenti della Galazia che si erano lasciati
convincere sulla necessità di osservare certe festività religiose giudaiche,
ricorda loro che quando erano nel paganesimo: "Per la vostra ignoranza di
Dio, eravate sottomessi a divinità, che in realtà non lo sono; ora invece che
avete conosciuto Dio, anzi da lui siete stati conosciuti, come potete
rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili elementi, ai quali di nuovo come
un tempo volete servire? Voi, infatti, osservate giorni, mesi, stagioni e anni!
Temo per voi che io mi sia affaticato invano a vostro riguardo (vers. C.E.I.
Galati 4:8-11).
Il racconto che il
Vangelo di Luca ci fa dell’annuncio della nascita del Salvatore ai pastori di
Betlemme, ci aiuta a scoprire qual è il vero spirito del Natale e come deve
essere ricordato l’evento glorioso dell’incarnazione di Dio.
Leggiamo Luca 2:8-20: In
quella stessa regione c'erano dei pastori che stavano nei campi e di notte
facevano la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro
e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran
timore. L'angelo disse loro: "Non temete, perché io vi porto la buona
notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: "Oggi, nella città
di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. E questo
vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una
mangiatoia"". E a un tratto vi fu con l'angelo una moltitudine
dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva: "Gloria a Dio nei luoghi
altissimi, e pace in terra agli uomini ch'egli gradisce!" Quando gli
angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dicevano tra di loro:
"Andiamo fino a Betlemme e vediamo ciò che è avvenuto, e che il Signore ci
ha fatto sapere". Andarono in fretta, e trovarono Maria e Giuseppe e il
bambino, adagiato nella mangiatoia; e, vedutolo, divulgarono quello che era
stato loro detto di quel bambino. E tutti quelli che li udirono si
meravigliarono delle cose dette loro dai pastori. Maria serbava in sé tutte
queste cose, meditandole in cuor suo. E i pastori tornarono indietro,
glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era
stato loro annunziato".
È la buona Notizia (Evangelo) di una grande gioia (v.10)
Cos’è che ti riempie di
gioia in questi giorni? Il pensiero di ciò che farai o la considerazione di ciò
che Dio ha già fatto per te? Sarà forse l’emozione di qualche momento trascorso
tra gli amici, l’incontro atteso con una persona cara, o la consapevolezza di
aver ricevuto un impareggiabile dono divino che dimora in te? Lo sai che:
"Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il Suo Unigenito Figlio, affinché
chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna" (Giovanni 3:16).
Quale effetto ti procura
pensare che Dio è venuto nel mondo come un uomo per stare tra gli uomini e per
salvare gli uomini dalla morte eterna mediante una morte vergognosa e atroce?
È un occasione per glorificare Dio (v.14).
Il giorno di Natale,
quale sarà la tua principale occupazione? Loderai il Signore e lo glorificherai
per ciò che ha fatto per te e per l’immenso beneficio che è derivato dalla sua
umiliazione e dal suo amore? Oppure, dopo aver messo a tacere la tua coscienza,
adempiendo il tuo dovere religioso più o meno sinceramente, ti assoderai a fare
cose che non sono né utili, né onorevoli e, spesso addirittura offensive verso
Dio stesso e il tuo prossimo?
È un occasione per testimoniare e per crescere nella fede (v.17-20).
I veri cristiani
approfittano d’ogni occasione per parlare a tutti di ciò che il loro Signore ha
fatto e della Grazia che hanno ricevuto. Come fecero i pastori, essi
"divulgano quello che era stato loro detto di quel bambino; e come loro,
tornano rinforzati ed edificati nella loro fede: "E i pastori tornarono
indietro, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e
visto, come era stato loro annunziato".
Se queste feste passeranno
e ci lasceranno come ci hanno trovato, se anche questo Natale trascorrerà senza
che il nostro cuore si sia avvicinato di più al Signore, senza che la nostra
anima, sia stata resa più conforme all’esempio del Salvatore...allora avremmo
perso il nostro tempo, e il Signore stesso non gradirà per nulla la nostra
devozione, superficiale e tradizionale.
Anticamente, tramite il
profeta lsaia, il Signore mostrò di non gradire l’adorazione ipocrita del Suo
popolo e disse: "Smettete di portare offerte inutili; l'incenso io lo
detesto; e quanto ai noviluni, ai sabati, al convocare riunioni, io non posso
sopportare l'iniquità unita all'assemblea solenne. L'anima mia odia i vostri noviluni
e le vostre feste stabilite; mi sono un peso che sono stanco di portare. Quando
stendete le mani, distolgo gli occhi da voi; anche quando moltiplicate le
preghiere, io non ascolto; le vostre mani sono piene di sangue. Lavatevi,
purificatevi, togliete davanti ai miei occhi la malvagità delle vostre azioni;
smettete di fare il male; imparate a fare il bene; cercate la giustizia,
rialzate l'oppresso, fate giustizia all'orfano, difendete la causa della
vedova! "Poi venite, e discutiamo", dice il Signore: "Anche se i
vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; anche
se fossero rossi come porpora, diventeranno come la lana" (lsaia 1:13-18)
Cosa farai in questo
Natale ora che anche tu conosci la verità? Che atteggiamento userai davanti
agli altri: ipocrita o schietto e sincero? Che cosa intendi festeggiare? Adesso
cosa ritieni sia più giusto: conformarti all’idea comune, o uniformarti alla
volontà di Dio?
È meglio fare una cosa
giusta per un motivo sbagliato, o una cosa sbagliata per un motivo giusto?
Al di là delle frasi
enigmatiche, se siamo persone che si lasciano guidare dalla riflessione e che
quindi possono essere definite ragionevoli, dovremmo individuare la ragione
giusta delle cose e agire di conseguenza. Fare quello che crediamo sia giusto
per noi assottiglia la ragionevolezza e l’avvicina all’istinto, più consono
alla natura animale: "La riflessione veglierà su di noi e ci farà evitare
il male proteggendoci" (Proverbi 2:11).
Un cristiano deve sempre
scegliere e preferire tra tutto quello che vede, ascolta o gli viene proposto,
immancabilmente ciò che è giusto agli occhi di Dio.
La Bibbia dice:
"Poiché l'orecchio giudica i discorsi, come il palato assapora le
vivande" (Giobbe 34:3,4).
Scegliamo quello ch’è
giusto, riconosciamo fra noi quello ch’è buono. Amin.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.